L'Assessore regionale all'Agricoltura in Lombardia,
Gianni Fava, in una nota rende conto del suo impegno sul tema della caccia in deroga, dopo che alcuni giorni fa aveva escluso la possibilità di applicarla nella prossima stagione venatoria, durante un incontro con le associazioni venatorie.
La priorità ora, secondo l'assessore è "abbattere il muro che, in sede europea, impedisce l'autorizzazione del prelievo venatorio in deroga. Il primo passaggio in questo senso è rappresentato dall'invio di un progetto per la caccia in deroga al Dipartimento per le Politiche europee e alla competente Direzione della Commissione europea".
Il progetto è già stato inviato al Dipartimento per le Politiche europee e alla Direzione Ambiente della Commissione europea. "Contiene gli indirizzi che vorremmo assumere per disporre l'apertura della caccia in deroga in Lombardia - conferma l'assessore -. Su quel progetto ho chiesto un parere formale della Commissione europea con l'intento di ottenere le indicazioni necessarie per addivenire a un regime derogatorio rispettoso delle direttive comunitarie".
Scelte sbagliate in passato. "La parola d'ordine - assicura l'assessore - resterà 'legalità'. Negli anni passati le pressioni esercitate dalle associazioni venatorie hanno indotto la politica a compiere scelte sbagliate, fino a giungere a un regime di deroga non coerente con le prescrizioni comunitarie. Ciò ha trascinato l'Italia e, in particolar modo, la Lombardia, in uno stato avanzato della procedura d'infrazione. Oggi l'adozione di atti amministrativi, senza preventiva consultazione con gli organi interni (Ispra e Ministero delle Politiche comunitarie) e validazione da parte della Commissione Europea, potrebbe costare caro alle tasche dei contribuenti lombardi, che dovrebbero sopportare il peso delle sanzioni pecuniarie che scatterebbero a causa della procedura d'infrazione comunitaria".
Le novità della proposta
"Rispetto al passato - prosegue Fava - la scienza e la giurisprudenza assumono in questa proposta una valenza fondamentale. Il calcolo delle piccole quantità prelevabili in deroga è effettuato attraverso l'ausilio delle più attendibili pubblicazioni scientifiche in materia; la deroga si limita a tre sole specie (storno, fringuello e peppola), si introducono sistemi di monitoraggio per assicurare il rispetto dei limiti quantitativi posti al prelievo, prevedendo, qualora si rendesse necessario, perfino l'adozione di sistemi innovativi come l'utilizzo della tecnologia sms sulla scorta di quanto già accade in altri Paesi europei (per esempio Malta)".
"L'impegno di Regione Lombardia sul tema è indiscutibile - assicura l'assessore - così com'è indiscutibile il fatto che per nessun motivo esporrò i cittadini lombardi al rischio di una pesante sanzione pecuniaria. Renderemo noti gli esiti dell'interlocuzione aperta con Ministero e Commissione europea appena ne entreremo in possesso. Su questi esiti apriremo quindi il confronto e un ulteriore approfondimento con quelle associazioni venatorie che già in questi mesi hanno dimostrato responsabilità nei confronti della comunità e spirito di collaborazione con il mio Assessorato".