"La Regione ha riferito che, considerato che la pernice bianca è secondo loro un animale in sofferenza e che ci sono problematiche, unilateralmente quest’anno si potrà cacciare solamente nel mese di ottobre, per circa dieci giornate. A tavolino, senza alcuna possibilità di replica, è stato deciso che il limite massimo di abbattimento sarà quello dello scorso anno. Si potranno abbattere diciotto pernici per mandamento, con uno stop all’ottanta per cento. Lo hanno stabilito senza interpellare la controparte politica e indipendentemente dall’esito dei censimenti". Lo dichiara sul quotidiano La Provincia di Sondrio l’assessore provinciale competente in materia, Severino De Stefani, a seguito di un incontro che la Regione Lombardia ha tenuto con i rappresentanti delle Provincie per spiegare le proprie scelte sul prossimo calendario venatorio.
"La scelta imposta dalla Regione non convince, anche perché fino al passato erano una trentina i capi a disposizione dei cacciatori di ogni mandamento e perché in Valtellina andrebbero considerate molte altre variabili" dice De Stefani. "Con questo modo di agire si mina il rapporto di fiducia che abbiamo costruito con i comprensori, in una zona già ricca di vincoli - dice -. Il piano di abbattimento viene definito su base locale, ogni anno, con censimenti che permettono di mettere in campo il massimo rispetto della fauna. Poi però comandano dalla Regione. Non devono venirci a insegnare da Milano, alcuni tecnici burocrati che stanno seduti dietro a un tavolo, come ci si comporta».
"Ai funzionari sarebbe bastato sentire noi e i rappresentanti di Brescia, le due province interessate a questo argomento - conclude De Stefani -, per concordare i piani. Invece hanno fatto di testa loro, senza tenere conto del dialogo e delle tradizioni. Se i cacciatori protestano, hanno ragione".