A seguito dell'approvazione del calendario venatorio del Molise, Fidc e Arcicaccia regionali hanno accusato presidente e giunta di aver penalizzato fortemente i cacciatori. “Non aveva alcun senso aprire la caccia alla quaglia, al fagiano e al colombaccio e alla tortora al 2 ottobre, quando ormai nel nostro territorio – causa migrazione – queste specie non ci sono più” hanno sottolineato in una nota. Bocciati in Commissione gli aggiustamenti proposti dal consigliere Nicola Cavaliere “dagli esponenti di un centrosinistra - scrivevano Arcicaccia e Fidc - che con arroganza pretende di poter fare tutto da solo e di prendere determinate decisioni, infischiandosene delle migliaia di appassionati locali”.
A queste posizioni replicano ora il presidente regionale Paolo di Laura Frattura e l'Assessore regionale Vittorino Facciolla, che accusano le due associazioni di aver rinnegato se stesse, firmando i documenti ufficiali per poi smentirli. “L’adozione da parte della giunta regionale del Molise di una deliberazione che tenga in considerazione il parere dell’Ispra in merito alle date di apertura – evidenziano governatore e assessore - , l’apertura per la stagione venatoria 2013-2014 ai cacciatori non residenti e la richiesta di parere all’Ispra del documento allegato sono i tre punti su cui, tra tutti gli altri, hanno espresso parere favorevole anche Arcicaccia e Federcaccia. Dal 30 luglio a oggi che cosa è cambiato?”.
“Il documento che abbiamo redatto lo scorso 30 luglio, a seguito dell’incontro con tutti i soggetti interessati, vanta la firma, quindi l’avallo, anche di Federcaccia Molise e Arcicaccia. Firma spontanea, non certa indotta – evidenziano gli amministratori regionali - . Probabilmente indotta – continuano governatore e l’assessore –, è l’ultima infelice uscita delle due associazioni che ci consigliano di consultare il lavoro svolto nelle altre regioni per vedere come il settore della caccia venga valorizzato. Non abbiamo problemi a seguire l’esempio di chi sa fare meglio di noi, anzi. Magari sono stati altri che non l’hanno mai fatto, lasciando arrancare il mondo della caccia regionale in un vuoto normativo e finanziario senza ritorno. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti”.