Caccia in deroga, la partita per le associazioni ambientaliste è tutt'altro che chiusa dopo le precisazioni del Governo. "Riteniamo sempre più grave l'atteggiamento del Governo; le richieste dell'Unione Europea vengono ancora una volta ignorate". Così le associazioni ambientaliste Cabs, Enpa, Lav, Lipu, Legambiente e Wwf commentano la nota della Presidenza del Consiglio – Dipartimento per le Politiche Europee, con la quale il Governo ha risposto alle questioni alzate proprio dagli ambientalisti a seguito delle modifiche sulla caccia in deroga alla legge 157/92 inserite nella legge europea 2013, contestate sulla base di una lettera della Commissione UE.
"Nel documento in questione inviato da Bruxelles il 2 luglio scorso, protocollato alla Presidenza del Consiglio l'11 luglio scorso, e poi “scomparso”, - evidenziano gli ambientalisti - vengono con estrema chiarezza e con estrema pazienza da parte europea snocciolate le ineludibili condizioni per l'ammissibilità delle deroghe al prelievo di piccoli uccelli protetti: non è sufficiente il richiamo alla tradizione popolare per motivare la deroga; deve essere opportunamente motivata la mancanza di soluzioni alternative: sono illegittime le deroghe aventi ad oggetto piccoli migratori protetti (fringuello, frosone, peppola, ecc.) dal momento che in Italia sono ampiamente e da sempre cacciabili altri piccoli migratori come la cesena, il merlo, il tordo bottaccio e il tordo sassello; l'obbligo di registrare i capi abbattuti sul tesserino venatorio “subito dopo l'abbattimento”. Per il calcolo delle piccole quantità ci si deve basare su un valido fondamento scientifico, quindi dati certi, come afferma la consolidata giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, evidenziano le associazioni, sottolinendo che "già nel 2005 – afferma la Commissione nella sua lettera – l'Infs (ora Ispra) ha riconosciuto che per le specie migratrici in questione, i dati attualmente disponibili non consentono una determinazione oggettiva e scientificamente solida delle piccole quantità".
"Su tutte queste precise richieste dell'Europa, da tempo note, erano stati presentati emendamenti sia al Senato che alla Camera, ma il Governo aveva espresso parere negativo. Così, il testo finale della Legge Europea non li riporta, perché il Parlamento, potremmo dire, ha votato in buona parte al buio, ignorando l'esistenza di una sorta di ultimatum della Commissione Europea". Le associazioni chiedono al presidente Letta un intervento deciso "su questo pasticciaccio brutto, di cui informeremo ovviamente la Commissione Europea, e forti iniziative legislative per uscire da una perdurante illegalità e dal rischio di pagare salatissime multe all'Europa".
|