Calendario venatorio Sicilia 2013 - 2014, novità dalla Regione. Questa mattina l’Assessore alle Risorse Agricole e Alimentari, Dario Cartabellotta, ha firmato una serie di decreti che riguardano la stagione venatoria che sta per iniziare. Dopo la condanna emessa a luglio relativa al calendario venatorio 2012 - 2013, la Regione ha corretto il calendario venatorio approvato a giugno scorso, adeguandosi alla sentenza del Tar.
Alla luce proprio della sentenza del Tar, il calendario venatorio 2013-2014 è stato riscritto tenendo conto delle prescrizioni previste dal Piano Regionale Faunistico Venatorio 2013/2018 e del parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Fra le novità annunciate dalla nota regionale c’è una nuova regolamentazione della caccia nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Zone Speciali di Conservazione (ZSC).
Il decreto prevede anche che i cacciatori residenti in Sicilia esercitino l’attività venatoria per un numero complessivo massimo di tre giornate settimanali a scelta, esclusi i giorni di martedì e venerdì, nei quali l’esercizio dell’attività è vietato, da un ora prima del sorgere del sole fino al tramonto. Destinato a creare polemiche, invece, è l’ampliamento della mobilità venatoria. Con le nuove regole un cacciatore potrà muoversi non più fra due ma avranno accesso a quattro ambiti territoriali inseguendo le così dette prede migratorie.
Prevista anche una preapertura dal 1° al 14 settembre 2013 per il coniglio selvatico, all’interno della quale sono state poi individuate tre specifiche giornate da destinare alla tortora e 4 al colombaccio. L’apertura generale della stagione venatoria è stata invece fissata dal 15 settembre 2013 al 30 gennaio 2014, anch’essa distinta in specifici periodi da destinare alle diverse specie.
“Con questo provvedimento si conclude una lunga e tormentata stagione conflittuale tra mondo venatorio e ambientalista – afferma Dario Cartabellotta – nell’ambito della quale l’Amministrazione è stata costretta a mettere in atto le sentenze emesse dagli organi giurisdizionali. Abbiamo così coniugato le esigenze prioritarie di tutela del patrimonio faunistico – prosegue Cartabellotta – con le aspettative del mondo venatorio considerando che l’attività venatoria ha riflessi positivi sull’economia dei territori rurali”.
Leggi anche: