La caccia in deroga allo Storno è importante per rispondere ai danni che gli agricoltori stanno registrando alle proprie colture. Per questo, dopo le modifiche sulla legge approvate con la Comunitaria 2013, Arci Caccia Marche si appella alla Regione per promuovere al più presto un accertamento sui danni.
“Pure se previsto dalla modica legislativa ai cacciatori non sono venuti neppure quel minimo di positive garanzie che dovevano essere conseguenti alle “linee guida” per le deroghe. Purtroppo dette (linee guida) non sono mai uscite dai ministeri Agricoltura e Ambiente. Nel contempo il Parlamento ha approvato ulteriori vincoli alle “deroghe” con la legge Comunitaria 2013”. E' quanto dichiara il Presidente di Arci Caccia Marche, Sauro Marinozzi, invitando la Regione ad attivare subito tutti gli strumenti di ricognizione per verificare la reale quantità dei danni subiti dagli agricoltori che, hanno la certezza che il loro ammontare complessivo è assai più consistente e territorialmente diffuso di quanto non risulti dalle denunce ad oggi presentate, in verità per ritardi e difficoltà incontrate dagli imprenditori agricoli anche perché attenti ad problemi alla crisi economica.
“Non è più tempo di agitare “sterilmente” le piazze - afferma Marinozzi contrario allo stato di agitazione promosso dalle altre associazioni - . Di manifestazioni che hanno prodotto solo leggi più restrittive sono esperte alcune altre associazioni venatorie “nefande” per i cacciatori. Si ricordano tutti i sedicenti “eroi della caccia” che con strumentali manifestazioni “oceaniche” si sono resi correi delle modifiche ai calendari venatori più restrittive che abbiamo avuto recentemente in questo Paese".
L’Arci Caccia si augura che la Regione ascolti la richiesta dell’associazione e quella delle organizzazioni agricole che chiedono anch’esse di aggiornare il quadro dei danni al fine di ricalibrare il “provvedimento” per le deroghe sulla base dei nuovi dati raccolti che, al di la della propaganda sono l’unico indispensabile “strumento” per garantire le “deroghe” e formalizzarne le modalità.