Troppi cinghiali ma anche ungulati e lupi stanno danneggiando l'agricoltura montana. E i risarcimenti regionali non sono sufficienti. Questo il senso di un intervento di Coldiretti Forlì Cesena e Rimini degli scorsi giorni, a cui risponde oggi l'Assessore regionale competente, Tiberio Rabboni. "La Regione - dice Rabboni - condivide la denuncia della Coldiretti ed è pronta a fare la sua parte. Cinghiali ed altri ungulati non possono pregiudicare l'attività agricola e forestale. Se questo succede vuol dire che la gestione venatoria non funziona bene e che chi ha responsabilità non le esercita correttamente.”
“Gli strumenti per agire oggi ci sono tutti – spiega Rabboni - due anni fa Regione ed ISPRA hanno raggiunto un'intesa che consente alle Province e agli ATC di far prelevare ai cacciatori tutti gli ungulati necessari per ridurne in modo duraturo la densità e mettere così in sicurezza le attivita agricole. Lo scorso anno l'Assemblea legislativa regionale ha approvato una norma (la carta regionale delle vocazioni faunistiche) che specifica per i singoli territori le nuove densità massime compatibili ed impone a Province ed ATC di conformarsi".
"I regolamenti consentono poi di prelevare il cinghiale per buona parte dell'anno, - continua Rabboni - con le modalita della caccia di selezione o del prelievo in controllo. Queste nuove possibilita di intervento hanno fatto si che in molte parti della regione i danni provocati da caprioli e da cinghiale si siano ridotti notevolmente. Purtroppo non ovunque. Nel 2012 si e' assistito ad un aumento dei danni da cinghiale soprattutto a Forlì-Cesena e a Bologna. L'analisi di dettaglio ha evidenziato che i danni si verificano sempre nelle stesse località; il che ci dice che non siamo difronte a un problema generale, ma ad una serie di problemi puntuali, riconducibili a precise responsabilità e a comportamenti inadeguati. Ecco il punto. A ciascuno il suo. Noi - conclude l'assessore regionale - siamo pronti a fare la nostra parte e a sederci ad un tavolo con Provincia, Atc, Aree protette, Aziende faunistico venatorie, associazioni agricole ed altri per decidere insieme come utilizzare subito al meglio le nuove possibilità di riduzione duratura degli ungulati e dei danni da essi provocati."