Caccia al capriolo e produzione di vino si intrecciano inesorabilmente quando gli ungulati rischiano di vanificare gli sforzi di un'intera stagione e di far saltare la vendemmia. Sono riprese in questi giorni (fino al 5 settembre) le battute di caccia per il controllo del capriolo nell'astigiano. Sono i cacciatori autorizzati, insieme alle guardie venatorie e al servizio sanitario dell'Asl ad eseguire gli interventi, che riguarderanno un centinaio di maschi giovani, a difesa dell'agricoltura locale. La situazione è particolarmente delicata nel territorio delle Langhe, dove gli agricoltori temono per i loro preziosi raccolti.
Confagricoltura Cuneo sta monitorando lo stato dei danni. “Come consuetudine ormai da qualche anno si ripete e si inasprisce questo problema, che nel caso specifico interessa soprattutto i giovani germogli della vite che vengono moncati e brucati”, dichiara Antonio Marino, tecnico dell’associazione agricola.
“Il danno provocato è palese, innegabile e grave per il peso economico che grava sulle aziende del comparto”, continua Marino. “I danni causati dalla fauna selvatica sono da anni un problema molto serio per l’agricoltura cuneese e come tale va affrontato dalle istituzioni del territorio ai quali chiediamo la massima collaborazione in un periodo congiunturale tutt’altro che semplice per gli imprenditori agricoli - sottolinea Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Come associazione stiamo raccogliendo diversi pareri locali e nazionali per ipotizzare anche sistemi di gestione alternativi della fauna selvatica”.