Caccia cinghiale in Sicilia anche nelle aree protette? E' ancora presto per dirlo ma di certo in Regione si pensa a qualcosa di molto simile al modello toscano. I danni creati dai cinghiali, soprattutto nell'area del Parco delle Madonie, non lasciano scampo ad altre soluzioni. L'Assessorato regionale alle Risorse Agricole presenterà una proposta di modifica legislativa che ne consentirà l'abbattimento, secondo piani di controllo specifici, da poter attuare anche all'interno delle aree protette.
I cinghiali distruggono intere coltivazioni e costituiscono anche un problema sanitario visto che assaltano cassonetti dei rifiuti in pieno giorno, facendo fuggire i tanti turisti che frequentano la zona. La Madonia è la zona più colpita, a causa delle ibridazioni con i suini dei Nebrodi, che rendono questi suidi particolarmente proliferi e devastanti. Dopo le tante segnalazioni dei sindaci dell'area, l'Assessore regionale Dario Cartabellotta si è preso l'impegno di portare in aula entro l'autunno il progetto di modifica della legge regionale sulla caccia, che consentirà appunto l'approvazione di piani di controllo per affrontare il problema.
Finora si è proceduto con le catture all'interno del Parco. Ma è proprio dall'area protetta delle Madonie che arriva la richiesta di intervento, a cui nemmeno gli ambientalisti si stanno opponendo. Già da tempo il Parco ha proposto un emendamento alla norma che vieta l'uso delle armi da fuoco nelle aree protette. “Con gabbie e chiusini non si combatte il problema - dicono dal Parco - . Occorre procedere, consentendo a gruppi di cacciatori seguiti da guardie forestali e vigili urbani, all’abbattimento di questi animali. In altri parchi come il Pollino o il Cilento è permessa la caccia controllata per tutelare l’incolumità pubblica e la salvaguardia del territorio. Anche per le associazioni ambientaliste tali procedure non sono più un tabù”.
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