Non c'è dubbio: se non fossimo cacciatori, non conoscessimo la materia e ci fidassimo ciecamente di ciò che dicono i Tg, forse anche noi avremmo preso per vere le assurdità anticaccia che il Tg5 di sabato scorso, alla vigilia della preapertura della caccia, ha elencato, così come dettate dal Wwf.
Il servizio di Maria Luisa Cocozza, passato all'edizione delle 20 del noto telegiornale Mediaset, infatti, altro non era che un estratto del comunicato dell'associazione ambientalista. La giornalista non ha nemmeno ritenuto di dover citare l'associazione o di usare parole proprie. Di nuovo il giornalismo spicciolo del copia incolla ha avuto la meglio, e a pagarne il prezzo è, di nuovo, una categoria continuamente e ingiustamente vessata, oltre a cose ormai forse di poco conto come la verità e la reputazione del giornalismo italiano. Il servizio, evitando di menzionare per esempio che la caccia in preapertura si apre anche ai corvidi per limitare i danni che causano all'agricoltura e alle altre specie, quindi all'ambiente, ha ritenuto di dover riportare pari pari gli allarmi del Wwf, senza diritto di replica ai cacciatori, né alle regioni che hanno deciso i provvedimenti.
Si spara alla tortora, specie in costante declino e che in questi giorni sta nidificando, viene detto, aggiungendo anche che “i numeri sono da mattanza”. Un delirio, che, a nostro avviso, non merita nemmeno di essere commentato. Si raggiunge il massimo, poi, con una costruzione apocalittica: “considerando che i cacciatori sono 750 mila – dice la giornalista probabilmente leggendo dalla nota del Wwf - teoricamente sarebbe possibile abbattere legalmente 15 milioni di tortore, che è la stima di tutta la popolazione europea di questo uccello”.
L'allarme continua poi sulla quaglia, anch'essa per Wwf-Tg5 specie migratrice in declino. Ma il servizio raggiunge l'apice della sua faziosità quando accusa alcune regioni, Umbria e Marche, di essere “incuranti delle norme comunitarie e delle condanne della Corte di giustizia europea”. La giornalista non ritiene nemmeno di dover spiegare il motivo di tale affermazione. Ma basta leggere il comunicato del Wwf per scoprirlo: le regioni in questione, è spiegato, hanno aperto la caccia in anticipo rispettivamente a 8 e 9 specie e su alcune di queste l'Ispra ha dato parere sfavorevole. Ad uno spettatore distratto sembrerà quindi che ci sono state delle condanne da parte dell'Europa sulla caccia in preapertura e che il parere Ispra è di per sé vincolante per le Regioni. Niente di più inesatto.
Riguardo allo stato sfavorevole della tortora e della quaglia, citiamo Alessandro Cannas, dell'ufficio Tecnico ANLC, che è intervenuto recentemente su questo portale. “Il Wwf dovrebbe mettersi d'accordo con la Lipu, prima di affermare che non esistono dati nazionali sulla stabilità della tortora in Italia e anche con l'Ispra che da sempre parere favorevole alla pre-apertura per 3 gg in settembre; la specie è valutata in incremento come popolazione nidificante in Italia secondo il documento “Rete Rurale Nazionale e LIPU (2011). Gli andamenti di popolazione degli uccelli comuni in Italia 2000-2010. MiPAAF”, recentemente realizzato dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale”. |