Chiesta la riapertura della caccia in deroga allo storno tramite un'interrogazione avanzata pochi giorni fa dal
consigliere regionale ligure Pietro Oliva. Il Consigliere ha reclamato una presa di posizione della regione sulla
questione che è ormai insostenibile in Liguria, come in gran parte dell'Italia, per i numeri spropositati di questa specie e per i numerosi danni che ciò comporta. In data 18 novembre Oliva dichiarava: “I danni che questi volatili stanno creando sono molti. Da una parte gli agricoltori denunciano la
rovina delle colture all’aperto in special modo
l’olivicoltura e l’orticoltura; dall’altra il grave danno cui sono sottoposti gli arredi urbani delle nostre città in quanto le deizioni degli stornelli
sporcano in maniera pesante strade e palazzi”, troviamo oggi pubblicato il seguente intervento a commento delle sopracitate parole, ricevuto e correttamente pubblicato dalla testata Savonanews:
Gentile redazione(Ndr Savona News), il consigliere regionale Pietro Oliva, accogliendo le pretese dei cacciatori più estremi, chiede di riaprire la caccia allo storno (contro il diniego del suo stesso governo e la multa milionaria che l’unione europea minaccia), colpevole secondo lui di arrecare danni all’agricoltura e insozzare le città ed i monumenti; prima di parlare dovrebbe imparare, magari da qualche contadino vero, che gli storni si cibano principalmente delle olive che contengono una larva dannosissima per le piante. Mentre città e monumenti hanno ben altri guai da temere (smog, sporcizia “umana”, etc.). Caccia allo storno o ai voti?
Luciano Pescetto, Savona
Rispondo a questo signor Luciano Pescetto che spaccia per verità suoi pensieri senza avere un minimo di conoscenza né ornitologica né agraria.
Caro signor Pescetto, la larva che lei menziona altro non è che lo stato iniziale della Bactrocera oleae, più comunemente chiamata Mosca delle olive.
La invito con le sue conoscenze che sembrano molto orientate verso un giusto ambientalismo, a darmi informazioni di dove ha trovato la correlazione tra quest'insetto, la sua larva e il fatto che lo storno abbia “appetito” solo delle olive che ne sono colpite.
Vorrei illustrarle che in nessun testo degno di questo nome potrà trovare risposta alla domanda che le ho fatto, nel contempo per sua informazione, le posso invece dire senza ombra di smentita che essendo la mosca in oggetto glicifaga ed avendo una dieta povera di proteine, è particolarmente attratta da materiali che emanano sostanze azotate volatili, come ad esempio gli escrementi degli uccelli (vedi storno e quantità di defezioni).
Vorrei altresì chiarire da "buon contadino" che tale mosca non inficia la salubrità delle piante ma si limita a danneggiarne i raccolti.
E quindi anche la sua affermazione “dannosissima per le piante” è puramente arbitraria e non corrispondente alla verità.
In ultima analisi vorrei metterla a conoscenza della richiesta di un milione di euro di Coldiretti Emilia Romagna per i danni di mancato raccolto provocato dallo storno.
Sono io ora ad invitarla prima di parlare, a sentire qualche contadino vero, che possa illuminarla.
Un saluto.
Le rispondo solo perchè come me molti cacciatori sono stanchi di sentire amenità sparse come incenso da coloro che non conoscono i problemi.
Massimiliano Betti