Il nuovo Piano di gestione del cinghiale, approvato dall'Amministrazione provinciale di Lucca lo scorso 27 agosto, prevede la caccia al cinghiale in forma singola anche nelle aree non vocate. La gestione del piano è stata delegata all'Atc LU12, il quale rende noto che tutti i cacciatori interessati potranno presentare apposita domanda di iscrizione all'albo provinciale presso l'Atc o le associazioni venatorie.
"All’atto dell’iscrizione - viene specificato - verrà rilasciato, ai singoli iscritti, apposito tesserino sul quale annotare le uscite di caccia ed i capi abbattuti, nonché fascette inamovibili da applicare, prima della rimozione e dell’uscita dalle aree di caccia". Si spiega anche che per esercitare la caccia al cinghiale in forma singola nelle aree non vocate, gli interessati, dovranno effettuare un versamento con apposito bollettino di c/c postale di 17 euro, e che "la caccia nelle aree non vocate in forma singola, potrà essere esercitata anche in forma collettiva, fino ad un massimo di 3 perspne".
La cosa trova del tutto contraria l'Arcicaccia di Lucca, che punta il dito sulla pericolosità di una simile decisione. "Il nuovo regolamento nelle aree non vocate - dice il presidente Alberto Mori - autorizza di fatto la caccia in forma di battuta , è vero che prevede un numero massimo di tre partecipanti per ogni “squadretta” ma come ben sappiamo è facile da eludere ed è poco controllabile. Chi effettuerà questo tipo di caccia - sottolinea - in questa forma, non avrà nessun obbligo di pallinatura, informando le persone del pericolo che questo tipo di caccia porta ai frequentatori dei luoghi interessati alla battuta, cosa invece giustamente in obbligo per le squadre di cinghialai . Quindi sarà facile trovarsi nel mezzo di una battuta senza esserne consapevoli , con i rischi che tutti possiamo ben capire: in questo regolamento non se ne parla , non è previsto".