Chiarimenti sul calendario venatorio nella parte che recita per i periodi e le specie cacciabili: “dal 15 settembre al 29 dicembre 2013 allodola e merlo, starna e fagiano solo nelle Aziende venatorie”. Li chiede l’Arci Caccia Basilicata al Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ad interim anche Assessore regionale all’attività venatoria.
"Per non incorrere in errori si faccia chiarezza – chiede nelle lettere il Presidente regionale dell’Arci Caccia Basilicata, Alfonso D’Amato – anche perché così come è formulato sul calendario venatorio, non si capisce perché le suddette specie dovrebbero essere cacciabili solo nelle aziende agrituristiche e non negli ATC. Se poi si considera che in Basilicata non esistono Aziende Agrituristiche Venatorie, non si capisce perché si è voluto ingenerare equivoci “interpretativi”.
"La Starna, perché è stata esclusa dalle specie cacciabili? Non ci risulta - dicono dall'Arci Caccia - essere specie da proteggere perché non ci sono popolazioni presenti allo stato naturale nelle nostre campagne ma ci sono state “immissioni” autorizzate di questi selvatici acquistati dagli ATC. Conseguentemente va previsto il prelievo così come si fa nelle Aziende Agrituristiche venatorie e come è scritto nei calendari delle Regioni italiane.
Nelle note inviate dal Presidente regionale Alfonso D’Amato, si sottolinea inoltre la mancanza di dialogo della Regione con le Associazioni Venatorie che ha portato l’assessorato ha decidere arbitrariamente i contingentamenti del carniere annuale e/o giornaliero per specie di avifauna migratrice per la quale nessuna disposizione nazionale ed europea prevede tale necessità. I Piani di Gestione Europei suggeriscono alle Regioni l’opportunità di prevedere limitazioni eventuali del prelievo giornaliero esclusivamente alle specie allodola, pavoncella, quaglia, tortora e codone. Il Presidente D’Amato ha concluso chiedendo al Presidente della Regione di correggere le limitazioni improprie.