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News CacciaIncendi e caccia, Arci Caccia diffida la Rai mercoledì 11 settembre 2013 | | Cacciatori piromani? Accostamento inaccettabile per il presidente Nazionale Arci Caccia Osvaldo Veneziano, che in questi giorni ha scritto alla direzione Rai contestando quanto riportato dalla giornalista Lidia Scognamiglio, nel corso del servizio Tg2 andato in onda il 21 agosto scorso, durante il quale si citava la caccia negli interessi dei piromani.
"Premesso che resta estremamente difficile comprendere in che modo un incendio doloso potrebbe anche solo lontanamente favorire economicamente la caccia - dice il presidente di Arci Caccia - , atteso che non solo un disastro di tale portata arrecherebbe ingenti danni anche alla fauna selvatica e quindi alla stessa attività venatoria, ma ai sensi dell’art. 10 della Legge–Quadro in materia di incendi boschivi (L. n. 353/2000) la caccia è comunque vietata per dieci anni proprio su quelle aree che siano state interessate da un incendio, ad ogni modo i dati raccolti dal Corpo Forestale dello Stato a partire dall’anno 2000 e sino a tutto il 2011 relativamente agli incendi boschivi, smentiscono categoricamente quanto affermato dalla summenzionata giornalista".
Dall'ultimo elaborato redatto nell’anno 2011 dal Corpo Forestale dello Stato, emerge infatti che sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria solo 10 persone per incendi boschivi causati da fatti presuntamene riconducibili a questioni di caccia e di bracconaggio, così come nello stesso arco temporale sono stati effettuati solo 3 arresti per presunte questioni legate al bracconaggio o disputa sui territori di caccia, mentre né alcuna denuncia né tanto meno alcun arresto è stato operato nell’anno 2011 per questioni riconducibili in qualche modo alla caccia. Di contro, dall’esame dei medesimi dati informativi, risulta invece che nello stesso periodo temporale, su un totale di 149 arresti, 44 hanno riguardato questioni legate a fenomeni di disagio personale, emotivo e sociale, e ben 12 hanno interessato addetti alle attività di spegnimento per l’ottenimento di vantaggi diretti o per accrescere il proprio ruolo.
"Ebbene - dice Veneziano - , considerato che il servizio giornalistico andato in onda nel corso dell’edizione serale del TG2 del 21/08/2013 riguardava per l’appunto l’arresto di un ausiliario del servizio anti incendi colto nel fatto di lanciare un innesco incendiario, è lecito chiedersi come mai questa zelante giornalista abbia voluto forzatamente sottolineare una presunta ed irreale connessione tra gli incendi dolosi e l’attività venatoria, anziché soffermarsi su tutta quella cospicua casistica di atti di piromania risultati essere stati commessi proprio da ausiliari del servizio anti incendi.
E ciò nonostante il fatto che gli stessi dati statistici raccolti dal Corpo Forestale dello Stato abbiano invero evidenziato come nell’arco di undici anni gli incendi commessi per cause legate proprio a questa categoria di soggetti (gli ausiliari del servizio anti incendi, per l’appunto) siano risultati essere ben quattro volte superiori a quelli causati da fatti riconducibili a questioni di caccia e bracconaggio. Evidentemente, però, quello che interessava al momento, con l’imminente sopraggiungere di una nuova stagione venatoria, era la volontà di “confezionare” un servizio giornalistico che riportando dati ed informazioni del tutto errate, divulgasse il “messaggio” neanche troppo subliminale che “caccia” è sinonimo di “crimine”.
"Non volendo più soprassedere a fatti di tal genere, nella mia qualità di Presidente Nazionale dell’Arci Caccia, oltre che di onesto cacciatore, diffido la RAI dal diffondere ancora notizie false e tendenziose nei confronti della categoria che rappresento e della quale faccio orgogliosamente parte, facendo presente di aver comunque dato espresso mandato ai miei legali di fiducia, Avv. Alessandro Ippoliti e Avv. Antonello Meuti, affinché valutino l’opportunità di procedere anche per le vie legali”. | Leggi tutte le news | |
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