La Giunta regionale delle Marche ha rinviato la delibera che avrebbe dovuto posticipare l'avvio della caccia al cinghiale, come richiesto dalla Coldiretti Marche. "Il blocco, immotivato, dell'avvio dell'attività di caccia - evidenzia l'associazione ringraziando il presidente e la Giunta regionale - avrebbe aggravato ulteriormente una situazione già drammatica, con le coltivazioni distrutte ormai quotidianamente dagli animali selvatici".
"Il problema, però rimane - sottolinea Coldiretti - , e ci auguriamo ora un provvedimento della Regione affinché non solo la caccia al cinghiale sia anticipata, ma perché agli stessi agricoltori sia data la possibilità di cacciarli all'interno delle proprie aziende, così da allentare una pressione ormai insostenibile". "Esistono, infatti, dei regolamenti dove si prevedono interventi urgenti in caso di segnalazione di danni. Se ciò non accade entro due giorni, i proprietari dei terreni interessati, dandone preventiva comunicazione, possono svolgere direttamente operazioni di contenimento degli animali selvatici mediante abbattimento, nel giro di settantadue ore".
"Una sorte di patente "oraria" di caccia - scrive Coldiretti Marche - che consenta di limitare gli attacchi ai campi coltivati, che ogni anno costano agli agricoltori ben 2,4 milioni di euro di danni, più altri 600mila euro registrati nelle aree protette e nelle oasi. Il tutto al netto della perdita di quote di mercato, vista l'impossibilità di dare seguito ai contratti stipulati. E un altro milione e mezzo è il conto degli incidenti stradali".
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