"Il mondo venatorio e dovuto scendere in piazza per difendere l'orgoglio di essere montanari, forse storicamente ribelli, ma pur sempre sentinelle di un territorio che rischia il degrado". Lo dice una nota di Arci Caccia sulla manifestazione svolta sabato scorso a Recoaro Terme organizzata da Arci Caccia, Federcaccia e Anuu "per ribadire che la caccia, soprattuto nei territori montani, e' fulcro della cura del territorio, emblema di tradizioni locali che non possono essere messe in discussione: pena la morte definitiva della Montagna".
La partecipazione, dice l'associazione, e' stata grande, importante per protestare soprattutto contro chi vorrebbe mettere in discussione la caccia da appostamento fisso, una delle pratiche venatorie più diffuse nel territorio recoarese. Leggi poco chiare, interventi tardivi, hanno pregiudicato pesantemente la stagione venatoria.
"Venerdì 27/09 l'intero Consiglio Comunale di Recoaro Terme - dice Ezzellini Storti, Presidente Arcicaccia Veneto - ha votato all'unanimità una mozione, per lanciare l'allarme, ma per dire che tutta la comunita' e' vicina ai cacciatori e vede che sotto attacco sono i valori della caccia povera, dell'essere montanaro nel senso nobile del termine: non come vorrebbero etichettarci alcuni ambientalisti estremisti, cioè figli di caccia da ricchi". "Sa, il mondo venatorio venuto a Recoaro, che la caccia non e' una priorità, che altre in un momento di crisi sono le emergenze, ma ci tiene a ribadire che anche se ci troviamo in una situazione difficile, non può essere, con questa scusa, messo in discussione lo stato di diritto. La manifestazione si e' conclusa con un grido forte e deciso: se non ci saranno risposte arriveranno le richiste di risarcimento danni!".
© RIPRODUZIONE RISERVATA