Riceviamo e pubblichiamo:
Umanamente comprensibile il tentativo dell'on. Andrea Zanoni di ricavarsi un po' di visibilità mediatica continuando a cavalcare la sua battaglia stantìa contro i cacciatori.
Non è però giustificabile il suo tentativo di utilizzare in modo distorto le informazioni per raggiungere il suo obiettivo.
Va chiarito che in Italia l'uccellagione (cattura di uccelli con reti alla quale segue la soppressione dell'animale) è stata completamente abolita da più di quarant'anni.
In Italia la cattura di un contingente estremamente limitato e predeterminato di uccelli appartenenti a sette specie di uccelli selvatici è rigidamente regolamentata dalla legge statale 157/92 in attuazione della Direttiva 2009/147/CE.
Le regioni italiane, in attuazione della legge statale 157/92, autorizzano le province a catturare un numero limitato di uccelli da cedere esclusivamente a fini di richiamo per la caccia da appostamento.
Questa attività può essere svolta solo da impianti di cattura gestiti dalle province attraverso personale autorizzato e valutato idoneo dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Istituto che autorizza preventivamente sia il numero massimo di impianti di cattura utilizzabili che il numero massimo di uccelli catturabili, suddivisi per ogni singola specie.
La Regione del Veneto, così come le altre regioni italiane, non fa altro che attuare legittimamente una legge statale (l.s. n.157/92) che recepisce una specifica Direttiva comunitaria (2009/147/CE).
L'on. Andrea Zanoni, preso forse da frenesia da campagna elettorale, è libero di fare tutti i convegni che vuole per dare pubblicità alle sue varie interrogazioni che ha presentato alla Commissione europea contro la caccia in Italia.
Ci auguriamo che nel corso dei suoi convegni elettorali l'on. Andrea Zanoni spieghi ai convenuti quali effetti abbiano provocato le sue interrogazioni, oltre a guadagnarsi qualche articolo su qualche giornale.
La cosa certa è che Zanoni non è riuscito a modificare la Direttiva 2009/147/CE, non è riuscito a modificare la l.s. 157/92, non è riuscito a modificare la l.s. 221/2002, non è riuscito a modificare la l.r. 24/2007. L'unica cosa che gli è riuscita è quella di spaventare con le sue minacce alcuni componenti della Giunta e del Consiglio regionale del Veneto i quali, solo all'idea di correre qualche rischio per difendere i cacciatori, hanno preferito battere in ritirata e privare i cacciatori del Veneto della possibilità di usufruire di un diritto, come quello delle caccie in deroga, regolamentato dalle normative statali e regionali vigenti ed esplicitamente previsto dalla vigente Direttiva 2009/147/CE.
on. Sergio Berlato
Deputato italiano al Parlamento europeo