"In riferimento alle gravi accuse mosse sulla stampa locale da parte della LAC (Lega Abolizione Caccia) nei confronti dei nostri cacciatori bresciani, siamo a chiarire che la caccia in Lombardia non è illegale ma è legittimamente praticata, normata e disciplinata da leggi regionali, nazionali e comunitarie, pertanto chi la pratica è cosciente ed in possesso di regolare porto d’armi rilasciato dalle autorità competenti che ne attestano l’idoneità fisica, mentale e soprattutto di fedina penale illibata". Lo precisa una nota del Responsabile Nazionale Caccia Lega Nord Lega Lombarda, Marco Bassolini.
"Riteniamo altrettanto pretestuose, poco attendibili e irrispettose nei confronti degli organi di vigilanza che, con diligenza e serietà svolgono il loro lavoro, - continua la nota della Lega Nord - definire che i controlli effettuati dagli organi preposti sono scarsi ed impotenti; ricordo a tale proposito che sul territorio bresciano nel periodo di caccia operano oltre la Polizia Provinciale e del Corpo Forestale dello Stato, il Nucleo Operativo Antibracconaggio proveniente da Roma e centinaia di Guardie Venatorie volontarie; pertanto il numero di agenti di Polizia Giudiziaria e dei pubblici ufficiali presenti sul territorio riteniamo a pieno titolo che siano di gran lunga più che sufficienti".
"È chiaro al lettore - spiega Bassolini - che per un’associazione come la LAC che ha come unico intento e fine la chiusura della Caccia, sicuramente anche l’abbattimento di un solo fagiano o di un coniglio può sembrare illegittimo ed illegale e quindi prova ad impressionare l’opinione pubblica con filmati datati e composti. Detto questo come Lega Nord chiediamo pubblicamente a tutte le autorità competenti presenti sul territorio così come ai sindaci di vigilare affinché i presidi annunciati da parte della LAC presso il Colle S. Zeno così come qualsiasi altra azione di disturbo e di controllo siano trattati a norma di regolamento provinciale per quanto riguarda il coordinamento delle guardie venatorie volontarie e di legge per le azioni di disturbo all’attività venatorie (vedi L.R. 26/art. 51 comma 5 “Si applica la sanzione amministrativa da euro 206,58 a euro 619,75 per chi volontariamente procura disturbo all’esercizio venatorio anche avvalendosi di strumenti atti all’allontanamento della selvaggina; se l’attività di disturbo è commessa da agenti della vigilanza volontaria di cui al comma 5 dell’art.48, la sanzione è raddoppiata.“)
La Lega inoltre chiede a tutti i cacciatori di non esitare a segnalare alle forze dell’ordine anche tramite le proprie associazioni venatorie in forma dettagliata e capillare eventuali azioni che si ritengano illegittime ed illegali effettuate da qualsiasi “cittadino” durante lo svolgimento della pratica venatoria.
"L’attività venatoria, espressione della cultura rurale e patrimonio di conoscenze, usi, costumi ed economia dei nostri territori - conclude il responsabile Caccia della Lega Nord lombarda - sarà difesa con tutti i mezzi e come Lega Nord non accetteremo mai che per ideologia, verità distorte e per falso moralismo da parte di cittadini, associazioni o legislatori metropolitani sia messa in discussione".