Arci Caccia Veneto ha inviato alla Regione le proprie osservazioni sul Piano Faunistio Venatorio adottato dalla Giunta nell’estate di quest’anno. L'associazione propone modifiche e migliorie ad un documento che definiscono “ambizioso” ma che rischia di essere “troppo pretenzioso” e quindi non attuabile.
"Per questa ragione - si legge nella nota del Presidente regionale Arci Caccia, Giuliano Ezzellini Storti - le nostre osservazioni si sono concentrate, nei punti più salienti, quindi: sul ribadire gestione sociale e partecipata della caccia e la collaborazione con il mondo agricolo senza gravare con i danni sulle spalle dei cacciatori; il nostro concetto di democrazia e il ruolo della rappresentanza negli Ambiti Territoriali e nei Comprensori Alpini come previsto dalla legge 157/1992; la possibilità di consentire, nonostante la scelta di caccia (A, B o C), la pratica piena delle proprie tradizioni locali; la gestione delle zone vallivo lagunari considerandone la caratteristica di zona di particolare pregio simile alla zona alpi; messa in discussione del regolamento della caccia nelle canalette considerando chi la pratica da “specialista”; la limitazione del potere di costrizione della pratica della caccia delle Aziende Faunistico Venatorie nei confronti delle aree limitrofe e una maggiore regolamentazione delle Aziende Agri-Turistico Venatorie a vantaggio di una caccia povera e non da ricchi; un ricalcolo della densità venatoria che valuti la dimensione anche di quelle provincie(Vicenza) che hanno un gran numero di cacciatori nei propri ATC e CA;un ragionamento diverso sui valichi montani interessati dalle rotte migratorie, senza che questo comporti divieto di caccia in aree dove non ha senso; un intervento sulla sostenibilità finanziaria, come sui permessi d’ospite che non gravi sulle tasche dei cacciatori in un periodo di pesante crisi".
"In queste ore - conclude Ezzellini Storti - stiamo cercando, assieme alle altre associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, di inviare un testo condiviso e mediato per dare un segnale di unità su molti punti che ci uniscono, ma abbiamo comunque ritenuto opportuno mandare il nostro punto di vista di come e cosa intendiamo per gestione della caccia in veneto visto che questo lavoro si sta rallentando non per colpa nostra". Arcicaccia invierà le proprie osservazioni anche a tutti i Capigruppo al Consiglio Regionale del Veneto "in modo tale che nella discussione che dovranno fare sulla legge che approva il Piano faunistico venatorio, possano avere un punto di vista sulle cose che non vanno nella gestione della caccia in base a quanto approvato dalla Giunta".