Barbara De Mars, tedesca di nascita, in Italia da oltre 10 anni, è
laureata in lettere e diritto internazionale, di professione è Pr in ambito turistico,
giornalista e traduttrice e, per passione,
dal 2009 è anche cacciatrice. Risiede a Pian di Scò, in Provincia di Arezzo, dove passa le sue avventure a caccia (preferisce la vagante ma va anche al capanno e a volte “con una squadra di cinghialai”), e dove è vicepresidente di un'associazione venatoria locale.
“La cosa più bella – spiega aderendo alla nostra iniziativa dedicata alle donne cacciatrici - è vedere il sorgere del sole su in montagna, quando tutto il mondo a valle sembra sospeso tra le nebbie...”. Momenti in cui
“si risvegliano memorie ataviche: penso a cercare un posto adatto dove passano gli animali, ad avere i riflessi pronti...”.
Le chiediamo come è arrivata alla dea Diana: “a piedi, letteralmente – risponde - . Non ho precedenti in famiglia. Siccome mi piaceva camminare
ho fatto per anni i sentieri dei cacciatori in montagna, poi ho pensato che sarebbe stato meglio trovare un'attività da fare invece di camminare e basta... Avevo due opzioni: o cercare funghi o andare a caccia, la prima opzione mi sembrava troppo rischiosa e così ho fatto il corso e l'esame per la caccia ed
ho visto che al di là dei pregiudizi era un mondo molto interessante, e non affatto solo crudo come ritratto dall'immagine pubblica”. “Certo come sull'autostrada c'è chi rispetta le regole e c'è chi pensa di dover fare il furbo. In generale, ho conosciuto tanti cacciatori molto consapevoli del proprio ruolo e rispettosi verso la fauna... poi si sa, fa notizia chi fa danno”.
La realtà è un'altra ed è sotto gli occhi di tutti. “
La caccia, se praticata con rispetto può contribuire alle soluzioni dei problemi di conservazione. Ecco perchè è importante partecipare al discorso sulle problematiche dell'ambiente e ad essere propositivi. E poi - aggiunge - è un'attività culturale che presuppone tanta conoscenza della natura, della fauna selvatica, del ciclo della vita. Tramite la caccia si capisce che tutto nella natura è connesso, tutto è consequenziale, e l'uomo / la donna è solo una parte di un grande quadro”.