Prosegue in Regione Lombardia l'iter della nuova legge sulla caccia. Durante la convocazione di mercoledì 6 novembre, l'VIII commissione del consiglio regionale ha esaminato i progetti di legge presentati, il Progetto di legge 48 di Alessandro Sala (gruppo Maroni) e il 93 presentato a firma dei consiglieri Dario Bianchi (Lega Nord), Mauro Parolini (pdl), Alessandro Fermi (pdl) e Fabio Rolfi (Lega Nord). I progetti confluiranno in un unico testo da votare in primavera. Il compito di coordinare il gruppo di lavoro alla ricerca di una sintesi sui contenuti è affidato ad Alessandro Sala, che ha già convocato le associazioni venatorie per comunicare l'avvio di un percorso di ascolto che si chiuderà a fine anno.
“Quella vigente è una buona legge – ha detto Sala -, ma dopo vent'anni ha sicuramente bisogno di un aggiornamento senza stravolgimenti. È importante capire il contesto in cui ci troviamo ad operare: nel 2013 in Regione Lombardia si sono tesserati 3037 cacciatori in meno rispetto ai 78.938 del 2012. A Brescia nell'ultimo anno sono stati rilasciati 26.043 tesserini, mille in meno rispetto al 2012. Un'emorragia che va contrastata anche alla luce del 49,2% di italiani che ormai sono favorevoli ad una caccia normata e sostenibile”.
Le associazioni venatorie convocate (Anuu Migratoristi, Fidc, Anlc, Enalcaccia, Italcaccia) hanno esaminato i due progetti di legge e depositato già agli atti una serie di osservazioni. “Le priorità sono chiare - dice su Brescia Oggi Mauro Cavallari, presidente Fidc Lombardia - modificare i passaggi sui richiami vivi, le norme sul piano faunistico per rivedere le fasce di rispetto, la gestione delle oasi coinvolgendo i cacciatori e le norme sull'addestramento dei cani. Naturalmente il tutto dovrà essere fatto tenendo conto delle recenti sentenze in materia”. Domenico Grandini, presidente Anuu Lombardia ha invece chiesto di valutare l'eventuale redistribuzione delle competenze delle Province e chiesto un pacchetto di giornate di caccia alla migratoria, come già fatto da altre regioni italiane. Marcello Fornaroli di Italcaccia, ha auspicato dal tavolo di lavoro una sintesi delle posizioni di migratoristi e stanzialisti per arrivare ad una legge che freni l'emorragia di cacciatori, e Salvatore Conti, di Libera Caccia, ha invece evidenziato le difficoltà relative a "piani faunistici incongrui".
Sembra ci siano già i presupposti di sintesi anche politici. Corrado Tomasi, consigliere Pd dichiara "credo che ci siano tutte le condizioni per lavorare bene senza preclusioni ideologiche". D'accordo Mauro Parolini, capo gruppo del Pdl, e Fabio Rolfi della Lega che evidenziano come "la passione delle tante persone che praticano la caccia va riconosciuta e valorizzata, con la giusta attenzione alla tutela ambientale che i cacciatori non hanno mai messo in discussione. Il cacciatore non è nemico dell'ambiente, ma contribuisce a garantire il giusto equilibrio faunistico".
"Ci aspetta un lavoro lento, non sempre facile, spesso invisibile, di tanti volontari, nascosto dalle fanfare mediatiche nazionali, ma che a livello locale dà i suoi frutti - ha chiuso Sala prima di dare appuntamento al prossimo mercoledì -. È a partire da questo ragionamento che dovrà concentrarsi l'impegno dell'istituzione regionale di concerto con gli altri livelli istituzionali, Parlamento italiano e Comunità europea. È necessario perciò intervenire sulle norme, sia quelle di sicurezza, sia quelle ormai assolutamente indispensabili di derivazione scientifica che regolano la caccia, sia quelle del rapporto cacciatore territorio, sia quelle del terreno cacciabile". (Brescia Oggi) |