Il Tar di Brescia, dopo una lunga discussione in Camera di Consiglio, ha deciso di respingere la sospensiva avanzata dal Wwf contro il Piano Faunistico Venatorio di Bergamo approvato la scorsa estate. L'associazione ambientalista ha impugnato il Piano Faunistico provinciale
chiedendone l’annullamento e chiedendo anche l’annullamento del calendario provinciale, con immediata sospensione cautelare della caccia per il grave ed irreparabile danno che la prosecuzione della stessa avrebbe cagionato alla fauna selvatica, soprattutto migratoria
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"Il rigetto della sospensiva -commenta in una nota il Presidente Fidc Bergamo, Lorenzo Bertacchi - , dunque, è un provvedimento di grande interesse non solo per i cacciatori della Provincia di Bergamo, ma anche per tutti i cacciatori lombardi". "Se l’avvocatura provinciale ha per parte sua spiegato che sospendere la pianificazione avrebbe sortito l’effetto di privare la fauna di tutela, Federcaccia ha controbattuto punto su punto alle preoccupazioni dell’associazione ambientalista, riuscendo nel difficile compito di spiegare ai Giudici che da oggi sino alla chiusura della stagione nessun concreto pericolo per la conservazione della fauna sarebbe derivato dall’esercizio della caccia come regolamentata dal Piano Faunistico attualmente in vigore e dall’applicazione del Calendario Regionale e di quello Provinciale".
"La decisione del TAR - spiega Bertacchi - rappresenta poi un grande riconoscimento per il lavoro svolto dalle associazioni venatorie in luglio, quando grazie al supporto di alcuni Consiglieri Provinciali, fu possibile introdurre alcuni emendamenti alla proposta di piano faunistico". Il che aveva portato ad alcune lamentele da parte dei cacciatori, preoccupati per le conseguenze del ricorso Wwf. "Ora la partita non è certo finita - sottolinea Bertacchi - , ma, per il momento la stagione è salva: a febbraio si discuterà nel merito la legittimità del piano faunistico, su cui pendono comunque anche tre ricorsi presentati dalla stessa Federcaccia, da ACL (con il supporto delle altre associazioni) e dal CA Valle di Scalve, con cui si mira ad ulteriormente migliorare la pianificazione eliminando quelle prescrizioni ritenute illogiche e immotivate, ingiustamente in danno al mondo venatorio e cinofilo".
Anche la politica provinciale ha dimostrato un certo fermento su questo tema, tanto che, su sollecitazione di diversi consiglieri il Presidente Pirovano in un primo momento aveva deciso di modificare il piano per andare incontro alle ragioni dei cacciatori.