Si conclude ora, dopo più di un anno dalla sospensione cautelare, il giudizio sul controllo della volpe in provincia di Reggio Emilia. Il Tar di Parma ha confermato le tesi sostenute da Lac, Vittime della Caccia e Animal Liberation, secondo cui il Piano provinciale si presentava illegittimo per non aver previsto l'utilizzo di rimedi ecologici.
“Dall’esame degli atti di causa emerge che, come già ritenuto in sede cautelare, né il provvedimento impugnato né il correlato parere dell’ISPRA si soffermano in alcun modo sulla eventuale possibilità di utilizzare mezzi di controllo ecologici della specie considerata ovvero sulle ragioni della non praticabilità di detti mezzi alternativi – osserva il Tar nella sentenza depositata il 5 novembre scorso -. Il rilevato difetto di motivazione – evidenzia il Tar - è motivo sufficiente per disporre l’annullamento dell’atto impugnato”.
La Provincia in sua difesa ha fatto presente che l'atto impugnato doveva essere considerato nel contesto di analoghi interventi posti in essere fin dal 2003, che, finora, prima della crociata ambientalista sulla volpe, avevano permesso di ridurre le problematiche dovute alla crescita di una specie che purtroppo crea danni al patrimonio faunistico. Considerazioni che secondo il Tar non hanno rilievo giuridico. La Provincia, con agli Atc n. 1, 3 e 4 di Reggio Emilia, le sezioni provinciali di Federcaccia e Arcicaccia che si sono costituite in giudizio, sono state condannate al pagamento di 1800 euro per le spese processuali. Spese che gli animalisti non hanno comunque sostenuto, visto che sono state ammesse al patrocinio a spese dello Stato con deliberazione della Commissione in data 10 ottobre 2012, ai sensi dell’art. 133 D.Lgs. 115/02. Vai al testo della sentenza del Tar di Parma