Leggiamo su
Tiscali.it una nota di un veterinario (Oscar Grazioli), il quale a proposito di
consumo di carne di selvaggina, mette un
allarme a nostro avviso del tutto gratuito e quantomeno ingiustificato.
“La sezione Lac del Veneto – scrive Grazioli - ha ricevuto, proprio in questi giorni una segnalazione da parte di un cacciatore, circa la presenza della cisticercosi epatica in una lepre uccisa a Negrisia di Ponte di Piave. L'esame anatomo patologico dell'animale è stato eseguito dall'Istituto Zooprofilattico di Treviso che ha riscontrato, nel roditore, questa larva della Tenia Pisiformis, parassita che può colpire l'uomo durante la manipolazione delle carni. In realtà la segnalazione del cacciatore riguardava almeno una dozzina di casi e, calcolando che gli animali cacciati, sono spesso venduti a ristoranti e trattorie fuori dai controlli sanitari, la faccenda potrebbe diventare piuttosto seria, non tanto per i consumatori (in quanto la cottura elimina il parassita) quanto per il personale di cucina che manipola le carni.
D'altronde – prosegue il veterinario - il problema degli animali soggetti alla caccia e il loro controllo sanitario è di vecchia data e non ancora risolto, mentre meriterebbe maggiore attenzione da parte del legislatore. Un cacciatore può portarsi a casa decine di uccelli (fagiani, anatre, colombacci, tordi ecc.) potenzialmente affetti da malattie di straordinaria importanza e pericolosità (si pensi solo alle salmonellosi se non alla micidiale influenza aviare) così come un altro può imbattersi in lepri affette dalla tularemia (malattia grave e trasmissibile all'uomo) e ora anche dalla cisticercosi.
Il rimedio ci sarebbe – conclude il dr. Grazioli - : abolire la caccia, ma la legislazione italiana (e di tutto il mondo), pur con determinate regole, consente questa pratica (non la si chiami "sport" per favore). Sarebbe opportuno che prendesse anche in considerazione, non tanto il rischio dei cacciatori ( cavoli loro, sarei tentato di scrivere!), quanto quello di familiari, parenti e amici cui l'oggetto degli impallinamenti spesso viene regalato. Peggio ancora se di ristoranti e trattorie si tratta.”
Per la gravità delle affermazioni, Big Hunter ha interpellato il dr. Alessandro Salvelli, direttore dei Servizi Veterinari del Dipartimento di Prevenzione della ULSS 22 di Bussolengo (VR), il quale così ci ha risposto:
“Ho esaminato l'articolo del dr. Grazioli che contiene alcune verità ma molte inesattezze.
Il collega dimentica, nel caso della cisticercosi, che solo l'ingestione dello scolice può portare la malattia, quindi nè manipolando le carni, nè mangiandole dopo cottura vi sono rischi per cacciatori e parenti.
Le attività amatoriali, caccia ma soprattutto pesca non sono normate dal punto di vista ispettivo, lo sono solo cinghiali e caprioli, ma i rischi e i riscontri di casi trasmessi all'uomo sono molto rari.
Parla anche di aviaria ,ma allora tutta la filiera produttiva verrebbe coinvolta non solo la caccia.
Va evidenziato che proprio grazie al monitoraggio effettuato dai cacciatori, che sono i veri custodi del territorio, si percepiscono situazioni di disagio sanitario e si corre immediatamente ai ripari.
Il cacciatore è una sentinella vivente mentre l'ambientalista a volte prende atto degli accadimenti senza parteciparvi personalmente”.
Nella foto sopra il Dr. Alessandro Salvelli, direttore dei Servizi Veterinari del Dipartimento di Prevenzione della ULSS 22 di Bussolengo (VR). Vedi Profilo in Amici di BigHunter