Sulla rivista Caccia +, Arci Caccia pubblica il documento approvato dal Consiglio dei Presidenti Regionali che aggiorna la posizione dell'associazione sul tema dell'unità della caccia italiana. Si parte dalle iniziative comuni, realizzate negli scorsi mesi. "Le relazioni associative - dice il documento - sono migliorate e ora è tempo di concretizzare rapidamente quella “cabina di regia” già proposta dalla FIdC. Con contraddizioni, ma anche nelle Regioni c’è più confronto”.
L'obbiettivo, sempre nel rispetto delle posizioni ufficiali già espresse dalle associazioni, evidenzia Arci Caccia - è la formalizzazione di una Federazione o Confederazione delle Associazioni Venatorie Nazionali riconosciute da realizzarsi nazionalmente e nelle Regioni. “Proponiamo una struttura unitaria, che si veda assegnare da parte delle associazioni aderenti, in modo progressivo, precise deleghe e compiti e che abbia forti competenze nella gestione dei servizi: da quelli assicurativi a quelli sportivi e che sappia valorizzare il pluralismo di idee, rappresentanza, iniziative, formazione, risorse umane ed economiche, in una gestione unitaria articolata e democraticamente operante”.
Il nuovo soggetto federativo unitario, secondo l'associazione, dovrà avvalersi di una ben definita piattaforma programmatica che sia da subito aperta al coinvolgimento dei cacciatori delle associazioni aderenti e sottoposta a referendum confermativo da parte degli iscritti alle associazioni che sottoscrivono il patto. L’Arci Caccia rilancia il tema della rappresentanza nazionale degli ATC e dei CA, istituzione dice, da affermare attraverso la costituzione di una “Federazione Nazionale”, regionalmente articolata degli ATC e dei CA, forte strumento di “interlocuzione” in grado di superare la “debolezza” delle attuali dimensioni territoriali di porzione sociale e culturale.
I prossimi passi dell'Arci Caccia verso l'unità vedranno la realizzazione di percorsi di formazione nelle diverse regioni, per promuovere un “pensiero unitario” del mondo venatorio rispettoso delle “storie” di ciascuno per superare i limiti e le contrapposizioni così che la “prassi” del confronto unitario sia “irreversibile” e presupposto della credibilità del mondo venatorio in ogni occasione di dialogo con le Istituzioni e la Società.
"Occorre - conclude il documento - un sistema di rappresentanza delle diverse culture democraticamente strutturato, legittimato delle Associazioni venatorie che vi si riconoscono; autonomo, indipendente, scevro da ogni demagogia, interprete degli interessi dei “cacciatori italiani” e garante della loro “identità” presente e futura: i cacciatori, con gli altri portatori di interesse, protagonisti degli Enti Gestori della fauna (ATC e CA), debbono contribuire attivamente alla conservazione delle risorse paesaggistiche e rurali del Paese ed al rafforzamento delle prospettive dell’impresa agricola multifunzionale”. © RIPRODUZIONE RISERVATA |