Arcicaccia ha dato notizia della formazione di un tavolo permanente tra i cosiddetti "Stakeholders" in merito alle modifiche alla 157/92, pubblicando il relativo documento della raggiunta intesa tra i soggetti coinvolti. Questo documento è un'intesa di principio, alla quale - come si legge - dovrà proseguire un articolato che scenderà nello specifico dettaglio delle applicazioni normative. A quanto ci risulta, quest'analisi è stata iniziata ma è ancora in corso e a quella si dovrà fare riferimento per avere una reale percezione delle conferme che verranno proposte e delle modifiche che verranno richieste. Ci auguriamo che tutto ciò venga definito e reso pubblico al più presto, per dare corpo al dibattito che si svolgerà in Parlamento, ma anche per consentire un serio e reale confronto nelle sedi politiche e associative nazionali e territoriali di riferimento, e conseguentemente nel Paese.
Di seguito riportiamo il testo integrale del documento:
TAVOLO DEGLI STAKEHOLDERS SULLA LEGGE 157/1992
Si è costituito il Tavolo di lavoro permanente tra le associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Fare Verde, Legambiente, LIPU, WWF), le associazioni venatorie (Arcicaccia, Federcaccia,Italcaccia) e le organizzazioni professionali agricole (Confederazione Italiana Agricoltori, Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana e Confederazione Nazionale Coldiretti).
Il Tavolo condivide:
il parere negativo, pubblicamente espresso, nei confronti dei disegni e dei progetti di legge di modifica della Legge 11 febbraio 1992 n.157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio presentati al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati per i quali ha chiesto la sospensione dell’iter parlamentare;
la positiva valutazione sulla Legge 157/92, che ha saputo mettere insieme differenti esigenze sociali ed economiche, nel rispetto della conservazione dell’importante patrimonio faunistico custodito in Italia, del ruolo delle imprese agricole e di una caccia sostenibile;
la necessità di favorire il confronto ed il dialogo tra le sensibilità dei diversi attori sociali avendo a riferimento gli interessi collettivi diffusi sotto il profilo della conservazione della natura e della fauna, della valorizzazione del sistema rurale a partire dal lavoro svolto dalle imprese agricole orientate alla qualità ed alla multifunzionalità e di un’attività venatoria responsabile;
la convinzione che scienza e conoscenza siano le direttrici sulle quali avviare la riflessione congiunta tra le Amministrazioni competenti (Stato, Regioni ed Enti locali) e le forze sociali interessate rispetto ad una valutazione dell’attuale normativa.
Per queste ragioni le Associazioni partecipanti al Tavolo hanno chiesto formalmente ai Ministeri delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, nonché alle Regioni, la redazione della relazione sullo stato di attuazione della legge 157/92, peraltro prevista dall’art. 35 della medesima, che in maniera adeguata ed esaustiva rappresenti lo strumento di conoscenza propedeutico ad eventuali interventi migliorativi della legge stessa.
Tali interventi, comunque, a giudizio del Tavolo non possono che rafforzare l’impianto della
legge 157/92 a partire da:
la conferma dello status della fauna come patrimonio indisponibile dello Stato e la sua tutela nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale, e nel rispetto dell’esigenza che l’esercizio venatorio non contrasti con la conservazione della fauna e non arrechi danno effettivo alla produzione agricola;
il riconoscimento che le convenzioni internazionali e le direttive comunitarie costituiscano lo strumento giuridico adeguato per la conservazione della fauna selvatica (comprese le specie cacciabili elencate nell’allegato II della direttiva Uccelli) e dei suoi habitat;
il riferimento alla ricerca scientifica quale strumento di conoscenza e di indirizzo per la conservazione e la gestione della fauna selvatica e della relativa compatibilità delle attività umane;
la valorizzazione del ruolo dell’impresa agricola attraverso la multifunzionalità nelle attività di gestione e manutenzione del territorio, previste dal decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57, e nelle attività faunistiche e faunistico-venatorie;
la compatibilità della caccia sostenibile con gli obiettivi di conservazione della fauna selvatica e della biodiversità e la sua utilità laddove concorra al mantenimento e al ripristino ambientale.
Il Tavolo, sulla base di queste premesse, sta lavorando alla definizione di proposte che riguardano:
a) il miglioramento del sistema amministrativo della materia ambientale faunisticovenatoria, al fine di dare efficacia all’applicazione coerente della normativa nel rispetto degli indirizzi scientifici e della concertazione con gli attori sociali, nonché di armonizzare e semplificare il quadro normativo vigente in materia. In tale contesto si colloca la necessità di un più stretto raccordo tra Stato e Regioni, nel rispetto dei principi costituzionali, che realizzi la rigorosa applicazione delle leggi anche attraverso l’istituzione di un’Autorità di collegamento (denominata Consiglio Nazionale per la Protezione della Fauna Selvatica e il Prelievo Venatorio) che sostituisca il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale di cui all’art. 8 della L.157;
b) la revisione della normativa sul risarcimento dei danni da fauna selvatica e la definizione di strumenti idonei per la gestione delle specie selvatiche c.d. problematiche, con particolare riferimento ad alcuni ungulati, nel rispetto delle norme contenute nelle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, al fine di rafforzare le specifiche misure di prevenzione dei danni. Qualora queste risultino inefficaci, è necessario il ricorso al controllo faunistico, inteso come attività straordinaria di contenimento numerico, da effettuarsi nel territorio agro-silvo-pastorale, per il soddisfacimento di un primario interesse pubblico e a difesa del reddito agricolo. Con particolare riferimento al cinghiale, nelle aree interessate da una presenza in sovrannumero rispetto alle densità obiettivo concordate, si ritiene necessario individuare misure straordinarie per il controllo della suddetta specie, ivi incluso il divieto di immissione su tutto il territorio nazionale salvo le aree opportunamente autorizzate, controllate e recintate;
c) il territorio agro-silvo-pastorale, confermando la ripartizione del territorio nelle percentuali previste dalla legge vigente (Art. 10, comma 3) e prevedendo che siano le Regioni ad elaborare i piani faunistico-venatori sulla base delle indicazioni scientifiche e dei dati acquisiti dalle Amministrazioni provinciali, alle quali ultime spetta l’attuazione dei medesimi;
d) la reale applicazione della dimensione sub-provinciale degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, con la previsione di distretti gestionali per talune specie. Inoltre, la certa definizione della natura giuridica degli ATC e dei CA al fine di migliorarne l’attività gestionale in termini di efficacia, operatività e trasparenza;
e) la sostenibilità del prelievo venatorio, a partire da una sua efficace ed effettiva misurabilità, nel rispetto del rapporto cacciatore–territorio fissato dai piani faunisticovenatori, come riferimento essenziale anche alla previsione nazionale di una mobilità ordinata e programmata per l’attività venatoria sulla fauna migratrice (cfr. la disciplina della teleprenotazione già consolidata in alcune Regioni dell’Italia centrale);
f) il ripristino dell’autonomia dell’INFS, così come previsto dall’articolo 7 della legge 157/92, nonché la sua valorizzazione e il potenziamento anche attraverso l’attribuzione di risorse umane e finanziarie certe ed adeguate;
g) una diversa destinazione dei proventi delle tasse di concessioni governative e regionali che consenta:
di istituire un fondo a sostegno dell’impresa agricola il cui lavoro sia finalizzato alle attività di ripristino e miglioramento ambientale e faunistico;
lo sviluppo e applicazione dei metodi ecologici per prevenire i danni causati dalla fauna selvatica, nonché il risarcimento dei medesimi;
il finanziamento dell’INFS;
il finanziamento del Consiglio Nazionale per la Protezione della Fauna Selvatica e il Prelievo Venatorio;
h) la coerente e completa applicazione delle Direttive Comunitarie sulla Natura anche al fine di rispondere ai rilievi mossi dalla Commissione Europea con le Procedure d’Infrazione e i relativi pareri motivati;
i) la lotta al bracconaggio, al fine di una radicale riduzione di tutte le sue forme, attraverso il rafforzamento dei controlli e l’adeguamento del sistema sanzionatorio, l’incremento delle risorse in dotazione agli organi preposti, la valorizzazione del volontariato e una più intensa e capillare azione informativa e di sensibilizzazione.
Sulla base di queste considerazioni le Parti aderenti al Tavolo si impegnano a formulare
unitariamente e fornire a breve proposte di merito per il miglioramento della normativa.
Distinti saluti. Roma, 26/11/2008
Amici della Terra
Fare Verde
Legambiente
LIPU
WWF
Arcicaccia
Federcaccia
Italcaccia
Confederazione Italiana Agricoltori
Confederazione Nazionale Coldiretti
Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana
l’Ufficio Stampa
ARCI CACCIA Nazionale