Venerdì 13 dicembre, alle ore 18, il Cruiser Hotel di Pesaro ospiterà l'incontro “Gli italiani e la caccia”, organizzato da Benelli Armi Spa, Cncn (Comitato Nazionale Caccia e Natura), associazioni venatorie aderenti a Face Italia (Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu Migratoristi) e Arcicaccia.
Interverranno il Prof. Enrico Finzi, direttore di Astra Ricerche, Fabio Musso, docente dell'Università di Urbino, il giornalista Oscar Giannino nel ruolo di moderatore, Antonio Morabito, responsabile Nazionale Fauna di Legambiente, Claudio Gagliardini, Vice Direttore di Coldiretti Marche, Francesco Martinoni, Presidente Confagricoltura Brescia, Gianluca Dall'Olio, Presidente Nazionale Federcaccia, Giampiero Sammuri, Presidente di Federparchi, Giovanni Pellielo, Campione mondiale di Tiro a Volo (disciplina Trap), Giovanni Ghini, Presidente Cncn e Giulio Orlandini, capo redattore della rivista Armi e Tiro. Lo scopo dell'evento è quello di approfondire in maniera scientifica temi che troppo spesso risentono di opinioni fondate sulla scorta dell'onda emotiva.
I numeri - Al centro del dibattito, che rappresenta un importante momento di dialogo tra mondo venatorio ed associazioni ambientaliste, ci saranno i dati raccolti dall'indagine demoscopica condotta nel 2013 dal Professor Enrico Finzi per il Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn), Face Itala e Arcicaccia. La ricerca si basa su 2.025 interviste somministrate a un campione rappresentativo degli Italiani dai 18 agli 80 anni, pari a circa 46,1 milioni di adulti.
Le sorprese - Quanto emerso è confortante per il mondo venatorio. Secondo l'indagine infatti i favorevoli alla caccia dal 2010 al 2013 sarebbero passati dal 53 al 56%, un aumento di tre punti in tre anni. Ma c’è di più: quasi la metà degli italiani in un modo o nell’altro condivide lo sport venatorio. Risulta infatti che il 49,2% dei nostri connazionali o lo pratica o l'ha praticato o almeno si accompagna ad altri che lo praticano. In particolare, per quanto riguarda l'ultima fattispecie, il 28% dei 18-80enni frequenta amici, colleghi, conoscenti che vanno a caccia e il 20% ha o ha avuto uno o più famigliari cacciatori.
Il ruolo dell'informazione - Se queste sono le cifre che dimostrano l’aumento di quanti sono favorevoli alla caccia, è parimenti interessante notare come tra coloro che si dicono contrari si riscontri una scarsa conoscenza del mondo venatorio. Una delle conclusioni a cui arriva l'indagine è così riassunta dal Prof. Finzi: “Appare chiaro che, qualora la pubblica opinione fosse resa largamente edotta del fatto che in Italia non è consentita la caccia ‘selvaggia’, il favore per l’attuale attività venatoria, in quanto responsabile e sostenibile, crescerebbe in misura consistente”.
I trend - In realtà sono tre le tendenze da tenere in considerazione. Oltre all'incremento di tre punti percentuali dei favorevoli esistono infatti due altri trend che vanno opportunamente evidenziati: il calo della radicalizzazione degli ostili alla caccia e la crescita, tra i favorevoli, di coloro che sono semi-vicini all'attività venatoria, avendovi partecipato come accompagnatori oppure essendo a contatto con familiari e amici che la praticano.
Il commento di Finzi ai dati raccolti- “Cruciale è sempre la questione dell’informazione sulla caccia. Questa analisi ha infatti confermato le previsioni, vedendo aumentare i consensi per l’attività venatoria proprio in corrispondenza di un aumento di conoscenza su come essa è praticata in Italia. Al di là di una parte della popolazione che odia la caccia e non l’accetterà mai, la partita si gioca sugli indecisi, tuttora in larga parte all’oscuro delle numerose regolamentazioni e dei rigidi limiti imposti alla caccia. Quando il mondo venatorio riesce a spiegare il senso e il perché della caccia allora gli italiani, in buona parte, sono pronti ad appoggiarla”.
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