Ancora un accostamento azzardato a danno dei cacciatori italiani. A segnalarcelo è Ezio Cardinale (presidente provinciale dell'Arcicaccia di Cuneo) che indignato per l'ennesimo riferimento fuori luogo alla categoria dei cacciatori letto sul quotidiano torinese, ha inviato un commento al quotidiano La Stampa in riferimento all'articolo Al lupo al lupo Ricomincia la strage in cui il responsabile della Lav di Grosseto, Giacomo Bottinelli, dichiara: “C’è una vera connivenza implicita con la quale si garantisce l’impunità di pericolosi criminali. Ogni anno in Maremma si distribuiscono novemila licenze di caccia senza accurati controlli psicologici. Per non parlare dei quasi 90mila cacciatori in Toscana. Stiamo dando armi letali in mano a evidenti squilibrati senza preoccuparci delle conseguenze".
Ecco come risponde il nostro Ezio: “Noto che la macchina del fango nei confronti di una "categoria" di persone che ha il solo torto di nutrire una passione non più alla moda, ovvero i cacciatori, non si ferma mai. Mi pare che più che "al lupo al lupo!" da decenni ormai si utilizzi: "al cacciatore al cacciatore!"
Ma per mettere lacci, spargere bocconi avvelenati e/o usare un bastone, e/o persino per detenere un fucile, serve la licenza di caccia?? O bisogna essere cacciatori??
Nonostante gli ormai triti e ritriti luoghi comuni, per fortuna le persone cominciano a conoscere sempre di più che cos'è in realtà la religione fondamentalista animalista e quanto danno può portare agli esseri umani, alla natura ed a tutte specie viventi in genere. Infatti ogni fondamentalismo nuoce in primis proprio alla causa che si prefigge di difendere. Questo non lo dico certo solo io, in quanto sarebbe veramente ben poca cosa, ma ce lo insegna la STORIA umana. Ad esempio, uno su molti, la specie lupo sta facendo le spese di una mancanza di razionalità e di credibilità che in questo Paese pare si sia ormai cronicizzata e certo non solo nel settore della gestione faunistico/ambientale".