In risposta alla creazione del nuovo tavolo degli “Stakeholders” - portatori di interessi, il presidente nazionale di Confavi
Maria Cristina Caretta, che ritiene l'iniziativa costruita per
osteggiare le proposte di modifica della 157 in discussione al Senato, è intervenuta con una dichiarazione scritta che argomenta le
ragioni del disappunto verso questa nuova formazione. Innanzitutto secondo la Caretta si tratta di un
tavolo “Zoppo”, che
non rappresenta la totalità del mondo venatorio (basti pensare alle 843 mila firme raccolte dalla Confavi per la proposta di Berlato), bensì una parte esigua di esso e responsabile di aver negli anni
sminuito quella “nobile passione” che è la caccia. La Caretta, insieme alla Confavi, ha rivendicato la
necessità di una legge che possa tutelare tute le forme di caccia, con particolare attenzione per le cacce tradizionali.
“Quando leggiamo che ci sono dirigenti venatori che affermano pubblicamente che la caccia del futuro sarà solo la caccia alla stanziale - scrive - esaltando una concezione della caccia vista solo come prelievo di una percentuale di polli colorati o maiali inselvatichiti appositamente allevati, sentiamo forte il dovere di ribellarci e di reagire prima che sia troppo tardi”.