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News CacciaDeroghe Caccia, Commissione UE conferma: chiuse infrazioni dopo modifiche a 157 mercoledì 15 gennaio 2014 | | Dopo la notizia dell'archiviazione della procedura d'infrazione sulla caccia in deroga italiana, l'europarlamentare Andrea Zanoni ha scritto all'Unità Ambiente della Commissione europea "per vederci chiaro". A rispondergli è stato in questi giorni il Direttore Generale Ambiente Ion Codescu, il quale, sostanzialmente ribadisce ciò che conoscevamo già: ovvero che le procedure di infrazione sono state chiuse alla luce della modifica dell'articolo 19 bis della legge 157/92, che prevede un nuovo sistema di controllo atto ad evitare che nelle regioni siano adottate deroghe illegittime. Non quindi tutte le deroghe, che come sappiamo sono previste nel rispetto di determinati parametri, ma appunto, quelle illegittime.
Zanoni, che commenta la risposta ottenuta con l'enfasi che lo contraddistingue, commenta così “la Commissione chiarisce che le pratiche venatorie tradizionali sono vietate dalla direttiva e basta, ovvero non è sufficiente affermare che a queste tradizioni non ci sono alternative per rendere lecito ciò che non lo è”. E conclude, “i cacciatori in deroga si mettano il cuore in pace, la caccia in deroga resterà per sempre solo un brutto ricordo”.
Zanoni pubblica per intero la risposta ottenuta da Ion Codescu, nella quale, come chiunque potrà leggere, non c'è traccia di preclusioni assolute della Commissione verso l'Italia sull'utilizzo della caccia in deroga (e ci mancherebbe, visto che è la Direttiva Uccelli a dettare le regole). Il diniego, se c'è da parte di Codescu (che parla in nome della Commissione) vale per quanto riguarda la motivazione “ricreativa”.
Ecco cosa scrive in merito Codescu: “Le deroghe devono rispettare tutte le condizioni previste dall'articolo 9 della direttiva Uccelli, anzitutto dimostrando l'assenza di altre soluzioni soddisfacenti che consentirebbero di evitare il ricorso alla deroga stessa e tenendo conto del fatto che, sulla base della giurisprudenza della Corte Ue, il desiderio di continuare pratiche venatorie tradizionali vietate dalla direttiva non può valere a dimostrare l'assenza di altre soluzioni (vedi punti 21 e 22 della sentenza nella causa C-10/96, ove la Corte Ue ha dichiarato che le abitudini inveterate dei cittadini non sono di per sé idonee a dimostrare l'assenza di altre soluzioni soddisfacenti)”.
Codescu precisa che “la Commissione ha inviato al Governo italiano una lettera nella quale si sottolinea che, nel caso in cui le Regioni italiane adottassero ulteriori deroghe illegittime senza che le autorità italiane intervengano in modo efficace e tempestivo, la Commissione si riserva il diritto di valutare la situazione alla luce delle sentenze della Corte di Giustizia Ue”. | Leggi tutte le news | |
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