Paola Fedrizzi abita a Pergine Valsugana in provincia di Trento, ha 34 anni, è segretaria in un Centro residenziale per disabili e ha tre figli: Katia di 9 anni, Patrick di 8 e Martin di 8 mesi. “Sono cresciuta a 'pane e caccia' – dice - : nonno cacciatore papà super sfegatato di caccia, mamma cacciatrice, fratello e marito cacciatori”.
Lei cacciatrice non lo è ancora, anche se ha superato una parte dell'esame di abilitazione. “Ero incinta di sei mesi... - ci racconta - ma passata la teoria e la prova con la carabina non sono riuscita a passare il tiro alla lepre, nonostante le prove fatte e rifatte nemmeno il secondo esame e' andato bene, l'ho presa talmente male che ad oggi non ho ancora il coraggio di riprovare!”.
Anche i figli sono coinvolti nella passione di famiglia. “Per loro è una cosa normale vedere dei capi di animali abbattuti soprattutto perchè li associano al clima di festa e di gioia che si crea in quei momenti”. Una tavola allegra, una famiglia unita, il rispetto per gli animali abbattuti e la consapevolezza di ciò che si mangia. Sono valori importanti da trasmettere per mamma Paola, ma non intende imporli. "Una volta cresciuti - dice - saranno liberi di farsi una propria idea, magari anche diversa dalla mia".
“Per quanto mi riguarda – dice Paola - posso garantire che i più bei ricordi della mia infanzia sono tutti legati alla caccia: la festa per i bei capi abbattuti da mio padre, i momenti passati ad aiutarlo con il taglio della carne, le sere passate a spiumare gli uccelli, le passeggiate nel bosco con lui i giorni prima dell'apertura per studiare il passaggio degli animali, i pranzi in baita con gli amici cacciatori e molto altro”. Insomma la caccia vissuta nello spirito più autentico, quello della convivialità e del sostentamento familiare. "I miei figli vivono le stesse identiche cose con il loro papà - sottolinea Paola - ed è una cosa che mi fa felice, mi fa rivivere quei bei momenti passati con mio fratello, quando da bambini aspettavamo mio padre sulla cima del paese per festeggiare con lui il suo carniere”.
Ma le famiglie dei cacciatori sono un'eccezione oggi. Secondo Paola viviamo in una società malata a causa dello stile di vita delle citt�“le persone – dice - sono diventate superficiali e insoddisfatte”. Basterebbe tornare a vivere in armonia con la natura. Magari accettando anche che, chiude Paola, "la caccia è uno dei pochi modi con cui l'uomo si occupa della cura di flora e fauna". Vai alla sezione Amiche di BigHunter