In arrivo due nuove minacce dall'Europa per gli appassionati di armi e per i cacciatori. Lo ha annunciato all'Hunting Show di Vicenza Filippo Segato, segretario generale della FACE (Federazione europea delle associazioni venatorie) riferendo dei temi oggetto della prossima riunione dell'Intergruppo parlamentare per la caccia sostenibile.
La prima viene dalla Commissaria europea Cecilia Malmström, responsabile per gli Affari interni, che secondo Segato sarebbe cercando di stabilire un nesso tra armi da fuoco ottenute e detenute legalmente e traffico illegale di armi. La Malmström avrebbe infatti dichiarato che le armi da fuoco detenute legalmente alimentano il mercato illecito, producendo dati e cifre senza fondamento sulle armi perdute o rubate all'interno dell'Ue. Il che significa, secondo la tesi della FACE, che la Commissaria starebbe cercando una giustificazione per una revisione in senso restrittivo della Direttiva armi da fuoco. Come intende reagire la FACE? Spiegando ai deputati europei il punto di vista dei cacciatori, e contestualizzando le affermazioni della Commissione, che la FACE gudica parziali e non veritiere in certi casi.
“La Commissione – dice Segato (le dichiarazioni le riporta Armi e Tiro) avrà a sua volta la possibilità di replicare, com’è giusto che sia. Il nostro obiettivo è quello di presentare al parlamento europeo i fatti nella maniera più oggettiva possibile per dimostrare che la Commissione sta “prendendo di mira il bersaglio sbagliato”. E che un’efficace e legittima lotta al traffico illegale di armi non può prendere di mira che la legge la osserva, come i cacciatori, ma si deve orientare sui grandi interessi della criminalità organizzata internazionale. La Germania, in questo senso ha già mandato un forte segnale esprimendosi negativamente sulla revisione della legge sulle armi da fuoco: il Consiglio federale si è chiaramente espresso contro la linea della Commissione e ha sottolineato che la materia relativa alle acquisto e detenzione delle armi da fuoco deve rimanere di competenza nazionale. Questo rappresenta un precedente importante per evitare che la normativa europea in fatto di armi da fuoco sia resa più restrittiva e che rimanga di competenza degli Stati membri".
La seconda novità riguarda il rischio che specie come muflone, cervo e fagiano possano in futuro essere considerate come invasive. La Commissione e il Parlamento Ue stanno infatti lavorando ad un progetto di legge che regolamenti gli interventi degli stati contro la proliferazione di specie alloctone. Ma su questo il dibattito è ancora aperto. “I cacciatori – dice Segato - hanno la possibilità di giocare un ruolo importante e di dimostrare la loro responsabilità di tutta la nostra natura. Nessuno come i cacciatori conosce e osserva le specie e gli habitat, con passione e costante presenza sul terreno. In questa proposta di legge, la caccia ed i cacciatori possono far parte della soluzione. I cacciatori possono agire come un sistema di allarme nel caso di proliferazione di specie alloctone, grazie alla loro conoscenza della fauna selvatica e dei suoi habitat". Ma bisogna muoversi con cautela, ed evitare effetti controproducenti di cui sopra.