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News CacciaBigHunter Giovani, Carmelo Violante: agire ora per la caccia e per l'ambiente venerdì 21 febbraio 2014 | | “Prima di tutto grazie per la possibilità che date a noi giovani di farci conoscere e confrontare sulle tematiche relative l'attività venatoria e non solo”. Così Carmelo Violante, 25 anni, di San Prisco (Caserta), già intervenuto su questo sito (Blog - Più confronto tra i cacciatori, entra a far parte del club BigHunter Giovani. Vive a Roma, dove si è trasferito per intraprendere la carriera militare, è sposato da meno di un anno ed è già in attesa della prima figlia, che immagina già come “una piccola cacciatrice” (non sarà facile visto che la mamma è un po' contraria, nonostante abbia accettato la passione del marito).
“Come già riferito nell'articolo precedente – ci spiega Carmelo - , provengo da una famiglia di cacciatori da ormai quattro generazioni ed entrare in questo mondo per me è stato un meccanismo automatico. Da piccolo - continua - ero attratto dalla doppietta ma con il passare degli anni mi sono accorto che l'atto pratico dello sparo è l'ultima cosa che può e che deve interessare ad un cacciatore”. Ama la caccia alla regina con Kelly, setter inglese bianconera di 13 anni, e Aika setter inglese tricolore di 3 anni.
Nonostante la giovane età e gli impegni familiari e lavorativi, Carmelo si adopera in prima persona per la caccia. Da pochi mesi, insieme ad alcuni amici e conoscenti, ha deciso di riaprire la sezione comunale Fidc, che era stata chiusa per motivi logistici. “Animati dalla sfrenata passione verso la caccia – racconta - ci siamo fatti in quattro e nel giro di tre mesi ci siamo riusciti". Oggi che di quella sezione è diventato Presidente, si dice onorato e conscio delle responsabilità che comporta. "Sono sicuro di farcela - spiega - perchè posso contare sul sostegno di un gruppo di 30 persone esperte e disponibili che hanno voluto dare un forte segnale di ripresa dimostrandosi di ampie vedute ed eleggendo un consiglio direttivo giovane”.
Dato lo spazio concessogli su BigHunter, Carmelo approfitta per togliersi un po' di sassolini dalle scarpe. Anzitutto ci parla degli ATC e della carenza di selvaggina stanziale. “Vengono gestiti maluccio – dice. Anche se fanno ripopolamenti, spesso non mettono in pratica tutte le opportune condizioni per far sì che vadano a buon fine, quali battute mirate alle popolazioni di volpi, cornacchie e gazze principali nemici di uova e piccoli”.
Anche sulla carenza di specie migratorie si è fatto un'idea tutta sua: “è da qualche anno ormai che assistiamo ad uno slittamento in avanti della stagione invernale con conseguente cambiamenti a livello di flora e fauna nell'ambiente. Esempio eclatante rappresentato dal passo delle allodole sempre avvenuto ad inizio ottobre e quest'anno fino a metà ottobre non se ne è vista una. Per non parlare poi dei tordi e delle beccacce. La scorsa primavera, verso fine marzo e durante la prima settimana di aprile, amici che andavano a funghi ancora vedevano qualche beccaccia che si alzava "a rumore"!”. Insomma oltre agli animalisti e ai Tar, ci si sono messi anche gli effetti del riscaldamento climatico globale a danneggiare la caccia. Un problema su cui secondo Carmelo occorre riflettere, da non sottovalutare.
“Oltre a sostenere e tutelare la caccia, il compito di noi cacciatori – continua Carmelo – è anche quello di salvaguardare l'ambiente. Nella nostra piccola realtà sanprischese, la locale sezione Federcaccia, nel 2004 ha ottenuto in gestione una parte dell'area SIC del monte Tifata, l'area Bersaglio, per gestirne a proprie spese la riqualificazione provvedendo alla piantumazione di oltre 300 piante sempreverdi donate dal Corpo forestale dello stato, allo spianamento di un area di circa 2.500 mq con la conseguente installazione di giostrine per bambini, di un altare con croce a ricordo dell'opera compiuta e di un impianto antincendio cosiddetto a ricaduta grazie al confinante acquedotto. Successivamente poi sono stati effettuati ripopolamenti di stanziale, lepri, fagiani e starne”. Tutto questo lavoro, spiega, nel corso degli anni è stato vanificato da una politica troppo miope e da una burocrazia scoraggiante.
Infine un invito alle associazioni venatorie nazionali affinchè facciano da vero collante tra i cacciatori: “a loro mi sento di chiedere che a prescindere dal nome, si riuniscano intorno allo stesso tavolo nell'esclusivo interesse di tutelare noi cacciatori ed al tempo stesso salvaguardando la caccia”.
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