C'è un comitato spontaneo di cacciatori dietro l'organizzazione della riunione decisa per le ore 15 di sabato primo marzo al centro sportivo Salamaro a Viterbo (Via Santa Maria in Silice, 5). I cacciatori hanno intenzione di fare il punto uniti per rispondere in maniera costruttiva agli attacchi provenienti ormai da ogni direzione senza alcuna bandiera politica o associativa da sventolare.
"Questa riunione - hanno spiegato gli organizzatori - vuole mettere insieme quanto di buono c'è nel mondo della caccia e dell'associazionismo venatorio per intraprendere ogni iniziativa che possa tutelare una categoria sempre più ingiustamente penalizzata. Non ci sono appositamente simboli perché l'intenzione è quella di aprire un confronto franco e senza faziosità. Anche con la partecipazione di politici e rappresentanti di associazioni,purché sappiano che non si faranno sconti a nessuno".
"La caccia - proseguono - è costantemente sotto il tiro di ambientalisti in malafede, di politici opportunisti e di giornalisti faziosi. Il territorio è costantemente minacciato da abusi di ogni sorta e restrizioni incomprensibili. Le associazioni venatorie presenti non sono riuscite ad arginare nessuna di queste minacce. La gestione stessa degli organismi che dovrebbero migliorare e facilitare l'attività venatoria è vittima di rallentamenti dovuti agli interessi di questa o quella parte.
Emblematica in questo senso è stata la stagione venatoria appena conclusa. Nata con un calendario penalizzante e proseguita a scossoni tra sospensioni e improbabili ricorsi al TAR. Una stagione dalla quale sono usciti sconfitti come sempre i cacciatori che, pur pagando regolarmente, si sono visti negare la possibilità di proseguire con la loro passione da un ricorso in malafede e da un TAR che, oltre il danno la beffa, ha emesso la propria sentenza a caccia ormai chiusa,riconoscendo con mesi di ritardo le nostre ragioni".
"Questi sono solo alcuni dei motivi - hanno concluso i cacciatori - che ci hanno spinto ad organizzare questo momento di confronto. Un incontro in cui tutti insieme decideremo la strada migliore da intraprendere per riprenderci la nostra passione e non essere dei semplici "tesserati" che subiscono, sulla propria pelle, scelte sbagliate. Non una protesta ma una vera e propria presa di coscienza. O si fa qualcosa adesso, infatti, o la caccia nel viterbese, nel Lazio e in tutto il resto d'Italia rischia di essere messa alla porta. Per questo l'invito è stato esteso a tutti i cacciatori che vorranno partecipare, provenienti da qualsiasi provincia e regione".