In una nota la Libera Caccia Toscana commenta la proroga sulla normativa regionale in merito agli appostamenti fissi di caccia. “Finalmente è chiaro a tutti che le nostre polemiche inerenti la LR 65/2013 – Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio - non era un’azione strumentale, ma era volta ad affermare l’illegittimità della normativa regionale sugli appostamenti fissi" dicono, sottolineando che "la nostra azione era solo e soltanto finalizzata alla tutela dei cacciatori. Infatti la normativa regionale, in palese contrasto con la normativa nazionale - evidenzia Anlc Toscana - , avrebbe comportato o l’abbattimento di tutti i manufatti dedicati alla caccia da appostamento o la sanzione penale (due anni di reclusione) e la sanzione amministrativa (da 10 mila euro a 100 mila euro) per almeno 25 mila cacciatori”.
“Ribadiamo con fermezza che solo attraverso una modifica della normativa nazionale sul paesaggio, cioè riconoscendo i manufatti dedicati alla caccia da appostamento fisso come attività libera, sarà possibile salvare gli attuali appostamenti esistenti” dice la Libera Caccia, secondo cui “l’asseossore regionale e le associazioni venatorie a lui culturalmente vicine devono oggi registrare una sonora bocciatura”.
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