“Polemiche infondate , evidenti falsità e disinteresse per i reali problemi del mondo venatorio”. E' quanto imputa la Confederazione dei Cacciatori Toscani alla Libera Caccia, riferendosi in particolare al polverone alzato sulla questione degli appostamenti e della nuova legge toscana.
L’unità dei cacciatori per il CCT resta la via maestra per dare un futuro alla caccia in Toscana e nel Paese. “La Libera Caccia della Toscana ha ritenuto di non rispondere all’invito che le era stato rivolto dalle Associazioni promotrici della Confederazione, e non ha neppure voluto partecipare all’incontro promosso per illustrarne le ragioni e discutere programmi ed obbiettivi” dice nella sua nota. Rispondendo alle accuse di Libera Caccia sulle appartenenze politiche della confederazione, il CCT evidenzia che la stessa “ha dirigenti che appartengono a tutte le componenti politiche (basta leggere i nomi dei membri dell’Assemblea)” e puntualizza che il confronto con la politica e con le Istituzioni, oltre che con tutte le componenti sociali, pur nella propria autonomia è cercato, “è così che si recupera ruolo, credibilità e capacità di incidere e contare del mondo venatorio, non certo rifugiandosi nell’isolamento” dice la nota del CCT.
Poi sugli appostamenti: “una vicenda emblematica” dice la confederazione. “Le Associazioni che vi aderiscono – si legge nella nota - , hanno fatto quanto era possibile e doveroso nei mesi e nelle settimane passate per risolvere la questione degli appostamenti dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge del Veneto. Lo hanno fatto rapportandosi, appunto, con la politica e le Istituzioni, che hanno risposto approvando in tempi rapidi una nuova normativa regionale nell’intento di dare certezze e mettere in sicurezza migliaia di appostamenti fissi: normativa che ha visto il voto favorevole, nel Consiglio della Regione Toscana, di tutte le componenti di maggioranza e di opposizione”.
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