“La politica deve assumersi la responsabilità di orientare il calendario venatorio in funzione della tutela delle produzioni agricole, autorizzando quindi gli abbattimenti degli ungulati anche a settembre, cioè prima della vendemmia”. E’ questo il messaggio lanciato dal Presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia Firenze 5 Piero Certosi nel corso del convegno organizzato oggi a San Casciano dal titolo “Ambiente e colture di pregio: strategie gestionali di tutela”.
Un messaggio rivolto ai rappresentanti delle istituzioni competenti presenti all’incontro, tra cui la Regione Toscana, rappresentata da Sabrina Nuti dell'Ufficio Caccia, e gli assessori provinciali Pietro Roselli (Agricoltura) e Renzo Crescioli (Caccia), oltre che ai rappresentanti delle Associazioni agricole, venatorie e ambientaliste. Inoltre gli Atti del Convegno saranno trasmessi alla Commissione agricoltura della Camera.
Il Problema dei danni da ungulati nel territorio gestito dall’ATC Firenze 5 (tutti i comuni della Provincia di Firenze a sud dell’Arno) - è stato detto durante l'incontro - ha infatti ormai raggiunto un carattere di vera emergenza. Un fenomeno in crescita: nelle ultime due stagioni venatorie la somma versata dall’ATC5 come rimborso agli agricoltori è stata di circa 300.000 euro l’anno, mentre solo pochi anni prima era di 150.000. Di pari passo sono aumentate anche le recinzioni elettrificate finanziate dall’ATC 5 e l’impegno in ricerca e sperimentazione finalizzata alla prevenzione.
“Negli ultimi anni – prosegue Certosi - sono cresciute sia le somme spese in prevenzione sia gli abbattimenti, tutti ovviamente autorizzati dall’Ispra. Nell’ultima stagione, nel territorio a caccia programmata e per controllo negli istituti a divieto di caccia, sono stati abbattuti circa 7000 capi, tra caprioli e cinghiali, specie responsabili di quasi il 90% dei danni ai vigneti. Un dato che non è più compatibili con il nostro territorio”.
"In questo contesto i cacciatori hanno fatto la loro parte - dice la nota dell'Atc 5 - concentrando gli abbattimenti selettivi nelle zone dove si sono verificati i maggiori danni; noi attraverso il forte impegno nella prevenzione dei danni, attraverso sistemi non impattanti. Tutto ciò non ha impedito il proliferare delle recinzioni metalliche “Non possiamo però recintare tutto il nostro territorio – dice ancora Certosi – peraltro di grande valore paesaggistico, oltre che agricolo. Ecco perché puntiamo molto sui nuovi strumenti di prevenzione e di dissuasione con uso di repellenti, presentati oggi al nostro convegno. Ma rimane il fatto che solo intervenendo sul numero di capi presenti, con una diversa articolazione del calendario, potremo porre un freno a questo grande problema. Quindi un appello alla politica perché si superino i pareri dell’ISPRA relativamente alla caccia della femmina del capriolo, da effettuarsi non nei soli mesi invernali ma anche nel mese di settembre e in particolar modo nei vigneti. Condividere le strategie di gestione degli ungulati in modo omogeneo sul territorio è quindi essenziale, anche perché – conclude Certosi – non si può abbattere da una parte e ripopolare dall’altra. Infine ci auguriamo che il confronto di oggi con tutti i soggetti interessati possa farci fare un passo avanti verso una gestione del territorio sempre più condivisa”.
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