Esperimento fallito. Il bando della caccia alla volpe introdotto dal governo Blair ormai dieci anni fa ha portato ad una crescita esponenziale dei danni causati da questo selvatico, oltre che alle ovvie e previste ripercussioni negative sul settore venatorio.
Il divieto ha riguardato soltanto la caccia tradizionale (con l'uso di un ampio numero di segugi), ritenuta troppo crudele dagli animalisti e da una vasta fetta dell'opinione pubblica britannica. Il numero di segugi permesso era così sceso a due, per evitare che le povere volpi fossero dilaniate a morsi dai cani. Blair in seguito ha riconosciuto il proprio errore e definito quella legge un vero “disastro”, viste le conseguenze. Il divieto infatti ha favorito l'aumento della specie in gran parte del regno, tanto che, perfino nella capitale ormai è facile imbattersi in uno di questi animali mentre cerca cibo tra i rifiuti.
Ora David Cameron intende fare tabula rasa di quel divieto e tornare alla caccia tradizionale soprattutto per dare risposte ai pastori, che si lamentano dei crescenti danni ai loro greggi di pecore. Il primo ministro proporrà infatti una modifica in base alla quale la muta che stana la volpe potrà essere composta di 40 cani, non più quindi i due attualmente permessi.
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