Una serie di “controlli” da parte di alcune guardie zoofile nel comune di Mirano, in provincia di Venezia, hanno messo in allarme diversi cittadini, che hanno chiamato le autorità per chiedere se davvero dovessero far entrare i volontari per far loro perquisire le abitazioni.
La notizia è stata data dal quotidiano La Nuova di Venezia – Mestre, dove l'Oipa, l'associazione che si è presentata davanti alle porte dei cittadini per questi controlli, dichiara “nessun obbligo, ma siamo autorizzati a farlo con decreto del prefetto”.
A queste parole risponde per le rime una nota dell'Ufficio Legale di Federfauna: “Guardie zoofile? Potete lasciarle fuori e denunciare ogni eventuale abuso!” dice Marco Tiffi, avvocato di Federfauna. “Va precisato – continua - che la richiesta delle guardie ecozoofile di entrare in una proprietà privata per poter visionare un animale, quand’anche su segnalazione da parte di terzi su presunti maltrattamenti, può essere tranquillamente declinata dal proprietario”.
Ecco perchè: “Innanzitutto - spieta il legale - , per quanto riguarda i poteri di queste guardie, è stata recentemente chiarito in una nota di settembre scorso del Ministero dell’Interno, che le guardie volontarie non assumono qualifica di Polizia Giudiziaria se non appunto riferita ad alcuni casi e limitatamente agli animali d’affezione" e “solo nei limiti dei compiti attribuiti dai rispettivi decreti prefettizi di nomina, ai sensi degli articoli 55 e 57 del codice di procedura penale”.
Articoli questi che stabiliscono sì che possano essere agenti di polizia giudiziaria anche le persone alle quali le leggi e i regolamenti attribuiscono tali funzioni, ma che "la polizia giudiziaria, tutta, Forze dell’Ordine comprese, abbiano dei limiti nell’agire di propria iniziativa e svolgono indagine e attività disposta o delegata dall`autority giudiziaria". "Non basta cioè dichiarare di aver ricevuto una segnalazione di chicchessia - evidenzia l'avvocato di Federfauna - o disporre di un qualsivoglia distintivo per pretendere di entrare in un’abitazione privata!". Va poi aggiunto infine che "è fatto consolidato che solo un Medico Veterinario possa valutare lo stato di salute di un animale e quindi diagnosticarne un eventuale maltrattamento".
I legali di Federfauna ricordano anche che "il compimento di atti che fanno scattare le procedure di emergenza (comprese le segnalazioni alle guardie zoofile) senza che vi sia la presenza di un reale pericolo può configurare il reato di “Procurato allarme”, punito dal Codice Penale con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da euro 10 a euro 516".
Per fare chiarezza su questa delicata questione, Federfauna sta predisponendo un opuscolo che informerà i cittadini non solo circa la detenzione corretta degli animali ma anche dei diritti che spettano ai detentori che spesso non sanno come comportarsi in caso di eventi di questo genere. Chi volesse saperne di più contatti pure la confederazione. "Il nostro Ufficio Legale - confermano - è a disposizione per garantire il corretto svolgimento di questi controlli". © RIPRODUZIONE RISERVATA