"Sono contento di aver vinto il premio Mario Rigoni Stern: era un galantuomo. Subì attacchi e offese quando disse che la caccia fa parte della natura umana. A lui mi avvicinano le polemiche scatenate dalle mie dichiarazioni quando l’anno scorso invitai il papa a Erto per i 50 anni della morte di 2.000 persone e gli proposi, dopo l’omelia, di mangiare polenta e capriolo. Al giorno d’oggi non si può più discutere". Con queste parole Mauro Corona ha commentato sul Corriere del Trentino il premio Mario Rigoni Stern che riceverà sabato prossimo a Riva del Garda (TN) per il suo libro Gli uomini freddi.
Nell'intervista Corona parla anche del contenuto del suo romanzo, una sorta di difesa di quel mondo sempre più emarginato fatto di tradizioni e delle cose semplici della gente di montagna. “Il romanzo - spiega al quotidiano - è la storia di Erto, Casso e del Vajont, delle mie terre, della gente che sapeva usare le mani e se ne stava appartata finché a qualcuno non ha dato fastidio. Perciò sono venuti qui a costruire una diga. Nelle pagine parlo del furto dell’acqua, dello scempio delle foreste e degli impianti sciistici. Si blatera tanto di ecologia, ma poi i sindaci spostano i confini delle Dolomiti-Unesco per fare delle centraline”.
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