La Camera nega l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro del Turismo, accusata di abuso d’ufficio e peculato. Nel 2009 e nel 2010 usò l’elicottero dei carabinieri anziché ricorrere alla sua auto blu con autista. Costo: settemila euro a tratta.
Far spendere 14 mila euro allo Stato per due “passaggi” con l’elicottero dei carabinieri, benché si disponga dell’auto blu, non configura i reati di peculato né di abuso d’ufficio. O almeno, questa è la convinzione della Camera dei deputati, che ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata nei confronti dell’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. Una conclusione per molti versi scontata, dal momento che già la Giunta per le autorizzazioni era giunta a questa conclusione e che anche il pm della Procura di Milano che si è occupato del caso aveva chiesto l’archiviazione per la vicenda lo scorso 4 dicembre. Una conclusione che però non aveva convinto il tribunale dei ministri, che aveva invece ravvisato nel comportamento della Brambilla “i fatti tipici del delitto di abuso d’ufficio e di peculato” e chiesto quindi di procedere penalmente nei suoi confronti.
Il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione. Il tribunale dei ministri, l’autorizzazione a procedere per peculato e abuso d’ufficio. Una difformità che è servita alla giunta di Montecitorio per ravvisare la necessità di non procedere nei confronti della Brambilla.
Il 26 marzo, col voto segreto, è arrivato anche il diniego dell’Aula di Montecitorio. Col Pd schierato per “salvare” l’ex ministro berlusconiano, come ha mostrato sul suo profilo Facebook il deputato del Movimento cinque stelle Carlo Sibilia , che ha postato una foto in cui si vede il segretario d’Aula del partito Ettore Rosato dare indicazione al suo gruppo di votare “sì” (ovvero di approvare la relazione della Giunta che negava l’autorizzazione a procedere).
Fonte L'Espesso