Ha 29 anni Andrea Barbieri, abita a Morciano di Romagna, è un commerciante e un cacciatore. “Tutto il mio tempo libero lo dedico alla caccia di palude” dice, non nascondendoci che “qualora la caccia italiana avesse le ore contate non esiterebbe a trasferirsi all'estero per lei”. Una passione nella sua famiglia trasmessa da generazioni di cacciatori di acquatici.
In passato, anche come presidente di sezione, si è battuto per unire le associazioni ma oggi non ci crede più. “Le associazioni venatorie – dice – sono nate per dividerci invece che unirci. Non deve esistere politica nella caccia”.
Ciò che la caccia italiana fa per l'ambiente, secondo Andrea “è sicuramente più di quello che credono di fare le associazioni ambientaliste, che però ottengono molti risultati a livello di immagine.
“Sono quattro gatti ma riescono a condizionare l'opinione pubblica e a far passare le proprie leggi! E questo anche perchè sono molto più unite tra di loro, a differenza nostra”. Anche la caccia potrebbe fare molto di più: “ad esempio compiendo una rete di censimenti sparsi in tutta Italia, riportando seriamente dati attenti sulla migrazione, la salute, e la presenza o meno delle varie specie, da incrociare con i dati infamanti ed alterati dei protezionisti”.