La prospettiva di una prossima apertura della caccia al cervo sulle prealpi lecchesi di cui si è parlato nelle scorse settimane, ha aperto un fronte di polemiche animaliste, che l'Assessore all'ambiente Carlo Signorelli ora cerca di sedare, intervenendo con chiarezza sull'argomento. Se la caccia sarà autorizzata, lo si farà sulla base di presupposti scientifici, ha detto.
Per il momento non è dato sapere se questa opzione, mai tentata in questa zona (il prelievo era finora di tipo contenitivo), sarà attivata. Tutto è affidato ai numeri, quindi ai censimenti. “I tecnici esamineranno i dati, ma non c’è discrezionalità nelle decisioni: sono tutte formule molto matematiche. Dopo i censimenti, infatti, ci soni i piani di prelievo che vanno mandati all’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di Reggio Emilia che valuta i numeri dei prelievi quindi approva, modifica o boccia i piani di prelievo”.
Ed il fatto che ai censimenti partecipino anche i cacciatori, critica mossa dagli anticaccia, è stato spiegato così dall'Assessore: “I censimenti vengono fatti in alcuni casi con delle deleghe ai comprensori ma di questi organismi fanno parte anche gli ambientalisti tanto è vero che negli scorsi anni Pierfranco Mastalli (oggi presidente di Legambiente), aveva presieduto un comprensorio Alpi. E, comunque, i censimenti vengono fatti sotto la supervisione del Corpo di Polizia Provinciale che sorveglia, controlla, valuta e corregge”. Poi Signorelli ha speso una parola in difesa della categoria. “C’è un interesse coincidente se le persone sono, come sono, oneste. Abbiamo lo stesso fine, noi, i cacciatori e gli ambientalisti. E i prelievi vengono fatte nel rispetto della tutela della specie, delle leggi e dei regolamenti”.
La possibile apertura della caccia poi, esula dagli interessi del mondo venatorio. “Ho decine di agricoltori e coltivatori – ha detto l'Assessore - che si lamentano per i danni alle coltivazioni e alle recinzioni. Se si moltiplica troppo il cervo crea problemi e danni che dobbiamo poi risarcire con i soldi del fondo danni fauna selvatica”. “Il nostro obiettivo e lo posso dire con grande tranquillità perché non sono cacciatore, è duplice: tutelare la specie, farla aumentare quando i numeri sono bassi e farla diminuire quando i numeri sono troppo alti. Dobbiamo regolare l’attività secondo le leggi dello Stato".
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