Ennesimo vergognoso accostamento alla caccia da parte della Lipu sui problemi della conservazione dei rapaci in Italia. All'Adnkronos, Marco Gustin, responsabile Specie Ricerca dell'associazione animalista, dichiara: “diversi milioni di esemplari volano verso nord lasciando l'Africa in primavera: migliaia di loro cadono sotto i colpi dei cacciatori, soprattutto nel Lazio, in Sicilia, in Sardegna e nelle isole minori della Campania”.
Un lapsus evidentemente, visto che nel comunicato ufficiale dell'associazione, si parla di episodi di bracconaggio, per loro natura del tutto estranei all'attività di caccia. Anche Gustin parla poi di bracconieri, per altro ridimensionando notevolmente il fenomeno: “ogni anno circa 2.500 rapaci muoiono nel loro viaggio migratorio dal Nord Africa verso l'Europa settentrionale. Almeno 200 sono abbattuti dai bracconieri vicino allo Stretto di Messina” precisa. Senza voler giustificare alcun atto di bracconaggio, chiunque può notare l'esagerazione. Siamo a meno dell'1% del totale.
I veri problemi dei rapaci, come di tutti gli altri uccelli migratori, sono ben altri, citati in un unico calderone dalla Lipu: inquinamento e costruzioni artificiali in primis. Se la Lipu impegnasse le sue energie in quel campo tanto quanto si ostina a combattere la caccia (anche quella regolamentata e legale), forse avremmo qualche risultato in più e un po' più di collaborazione da parte di tutti. E anche questa associazione apparirebbe un po' più credibile. Invece, gli attuali dirigenti preferiscono scivolare sempre di più nella mefitica palude di un comodo animalismo. Titolare allarmi chiamando in causa soprattutto la caccia, fa effetto, lo sappiamo. Lo faranno mica per rimpinguare le casse ormai vuote, attingendo al comodo 5%mille di tanti gonzi che ancora non hanno capito dove stanno i veri problemi per gli uccelli migratori?