"Sono convinto che quella dei richiami vivi, ancorché antica e radicata in molte regioni italiane, sia una pratica inaccettabile". Così il Ministro all'Ambiente Gian Luca Galletti, inteviene oggi a gamba tesa sulla questione legata alla procedura di infrazione sulle deroghe alle catture dei richiami vivi aperta contro l'Italia.
Il Ministro si avvicina così le posizioni degli animalisti Lipu, Enpa e Lav, che hanno presentato una raccolta firme per abolire del tutto questo tipo di caccia (anche quindi quella con i richiami da allevamento) e, di fatto quindi, smentisce il lavoro già avviato dal Governo, con un emendamento che propone di continuare le catture, pur risanando l'infrazione.
Dal punto di vista tecnico" dice il ministro Galletti "si è cercato di definire un percorso che potesse consentire un rapido riscontro a quanto sollevato con la Procedura d'Infrazione. L'emendamento proposto dal nostro Ministero permette di rispondere ai rilievi mossi della Commissione Europea: è un intervento più puntuale rispetto a quanto richiesto dalle Associazioni e proprio per questo con maggiori possibilità di rapido accoglimento rispetto a interventi più radicali".
Ma evidentemente Galletti vuole fare più che pareggiare i conti con l'Europa. "Avvierò - dice su Repubblica - con il Ministero dell'Agricoltura, competente assieme all'Ambiente nella materia, una interlocuzione serrata per definire una road map che, al di là della doverosa osservanza delle normative comunitarie, individui una exit strategy, anche europea, da questa prassi". Ovvero abolire la caccia con i richiami vivi. Ciò che l'Europa non ci sogna di chiederci e che in più occasioni ha difeso anche dal punto di vista del benessere animale.