La caccia è una risorsa per l'Italia, anche da un punto di vista economico ed enogastronomico. Grazie alle centinaia di migliaia di operatori disseminatati per tutto il territorio e alla loro attività di gestione, che permette di tenere in equilibrio la fauna in eccesso, la selvaggina sta conoscendo una nuova riscoperta gastronomica, che coinvolge i più alti cultori del gusto.
Lo Chef Igles Corelli, che è uno dei mostri sacri della cucina italiana, lunedì 12 maggio ha cucinato per una platea di giornalisti, agronomi e rappresentanti delle istituzioni e del mondo venatorio, utilizzando solo carne di selvaggina messa a disposizione dalla Federcaccia Toscana, in collaborazione con la sezione Giacomo Puccini di Pescia (PT).
L'evento è stato organizzato all'Istituto Agrario di Pescia (PT), proprio per suggellare un ritrovato rapporto tra il mondo della caccia e quello dell'istruzione e della ristorazione legato appunto ad un consumo della selvaggina da promuovere sul territorio e nelle gastronomie locali. A
supportare lo Chef Corelli, che è da alcuni anni si è trasferito a Pescia nel suo Atman, c'erano i ragazzi dell'Istituto Alberghiero di Montecatini, che hanno servito con estrema professionalità i commensali. Loro, come gli studenti dell'Istituto Agrario di Pescia – che negli scorsi mesi hanno assistito a lezioni sul campo proposte da tecnici della Federcaccia Toscana - , hanno potuto toccare con mano cosa rappresenta, anche per il loro futuro, questa preziosa risorsa.
Al termine del pranzo, dopo un breve escursus sui piatti serviti da parte dello chef, ha preso la parola la preside dell'Istituto Agrario, Siriana Becattini, che ha ringraziato tutti i convenuti e manifestato il proprio impegno ed interesse per valorizzare al meglio queste nuove opportunità, anche da un punto di vista formativo e lavorativo.
Il Presidente regionale Periccioli ha portato qualche dato: 90 mila cinghiali abbattuti ogni anno, almeno 30 mila caprioli, 500 mila ore gratuite di lavoro da parte dei cacciatori, che con impegno e per passione, non solo prelevano gli ungulati in eccesso, ma monitorano e puliscono i boschi, contribuendo fra l'altro in maniera determinante - con ciò che versano in tasse - alla tutela ambientale nel nostro paese. Il risultato è una enorme disponibilità di carne di ottima qualità, sana e pronta (una volta che la filiera della selvaggina sarà finalmente operativa) a fornire il settore del commercio e della ristorazione. Il presidente nazionale Fidc Gian Luca Dall'Olio ha posto l'accento sulla riqualificazione della figura del cacciatore, che deriva dal farsi conoscere anche grazie a questo genere di iniziative, che finiscono per portare la selvaggina - e quindi la caccia - sulle tavole di gran parte degli italiani.
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