Almeno 7 mila cacciatori domenica a Bergamo, a manifestare il loro “Orgoglio venatorio”. La massiccia partecipazione si evince anche dalle foto che circolano in rete e che mostrano una piazza gremita di persone e bandiere colorate.
Tutto è filato liscio dall'inizio alla fine: il corteo si è radunato in stazione, ha proseguito rumorosissimo con campanacci e fischietti per viale Papa Giovanni XXIII verso Piazza Veneto. C'erano carri allestiti a mo' di capanno, striscioni di ogni genere, bandiere e cani da caccia al guinzaglio. Nel corteo anche molte famiglie con bambini al seguito, alcuni dotati di fucilino in miniatura, a testimoniare la volontà di difendere una tradizione per tramandarla alle future generazioni, anche dal punto di vista economico ed occupazionale.
Non è andata affatto bene ai pochi animalisti che si erano messi in testa di intralciare il corteo ed insultare i partecipanti. Secondo quanto racconta l'Eco di Bergamo, prima dell'avvio del corteo una decina di facinorosi ha tentato di provocare i cacciatori accendendo fumogeni e urlando improperi in direzione dei manifestanti, ma sono subito stati bloccati dalle forze dell'ordine.
La difesa della caccia, di tutta la caccia, il richiamo all'unità delle doppiette e la tutela del settore armiero e venatorio, che dà lavoro a migliaia di persone, sono gli argomenti cardine di questa movimentazione, che ha coinvolto cacciatori da tutta Italia e ha visto la partecipazione di tutte le più importanti organizzazioni venatorie a livello nazionale.
Presenti anche i rappresentanti di importanti aziende armiere, che in Lombardia muovono un'importantissima fetta dell'economia, ma anche associazioni di categoria del settore agricolo e dell'allevamento. “Solo di tasse – è stato ricordato in corteo - i cacciatori movimentano circa 250 milioni di euro anno. Se si aggiungono i 61 milioni di IVA movimentata direttamente dal settore armiero sportivo e civile (per la quasi totalità composto dal mercato venatorio) si arriva a 300 milioni di euro di entrate per lo Stato.
La manifestazione è servita anche a portare l'attenzione su una pratica centenaria e particolarmente sentita nel bergamasco: la caccia al capanno alla migratoria, minata dagli adeguamenti che l'Italia sta attuando per evitare contrasti con la Direttiva Uccelli.
“Non possiamo assolutamente permetterci - dicono gli organizzatori sul palco - che questo inestimabile patrimonio vada perduto per sempre. Ma nel 2017 la comunità europea ha decretato la distruzione di questa memoria popolare, l’annientamento della nostra cultura e della nostra tradizione”.
“Se in Olanda consentono la raccolta delle uova di pavoncella, se in Francia consentono la caccia con il vischio e le reti verticali, se in Inghilterra consentono la caccia con il falco smeriglio alle allodole perché ci vogliono chiudere roccoli, perché vogliono proibirci i richiami vivi?”. Altra importante battaglia, che riguarda da vicino in particolare i cacciatori lombardi e veneti, è quella della caccia in deroga, su cui regna ancora il silenzio delle rispettive amministrazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA