Si aprono nuove prospettive sulla gestione, anche venatoria, dei grandi carnivori in Europa. La direttiva Habitat – dice in una nota la FACE - prevede opportunità per la regolamentazione della caccia, tra le soluzioni che possono essere prese in considerazione per tutelare gli interessi socio- economici di allevatori e agricoltori.
Nel 2012 la Commissione europea, in considerazione dei crescenti conflitti con i diversi settori socio economici legati alla crescita dei grandi carnivori, ha lanciato un'iniziativa di consultazione per la gestione sostenibile di specie come orsi, lupi e linci. Lo scopo era quello di stabilire un dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti per trovare soluzioni e azioni condivise. In questo processo anche i cacciatori, attraverso la FACE hanno potuto dire la loro. L'organizzazione, che rappresenta 7 milioni di cacciatori in Europa, ha tenuto diversi incontri e seminari con le organizzazioni agricole, i proprietari terrieri e le ong di protezione ambientale (Wwf).
Dopo mesi di lavoro e di aspre discussioni tra tutte le parti interessate, un accordo è stato raggiunto. Il prossimo 10 giugno i rappresentanti di tutte queste realtà firmeranno il lancio ufficiale di questa piattaforma condivisa. Da qui si partirà concretamente verso lo sviluppo di un piano di lavoro, che in futuro potrà portare ad attivare prassi consoldidate.
L'accordo si basa sul riconoscimento di 5 principi: riconoscere che lo status dei grandi carnivori nell'Unione europea è istituito dalla direttiva Habitat del 1992 (che impone restrizioni, ma che offre anche opportunità di gestione); basare tutte le misure di gestione, compresa la protezione , “solo su prove scientifiche solide , utilizzando tutti i dati disponibili”; identificare i diritti socio-economici e culturali delle comunità che vivono nei territori; tenere pienamente conto delle circostanze locali e regionali (principio di sussidiarietà); promuovere la gestione transfrontaliera dei grandi carnivori , in modo da evitare scompensi tra protezione rigorosa su un confine ed controllo numerico sull'altro.
Se l'accordo andrà in porto, permetterà di garantire che tutte le parti interessate saranno coinvolte nella gestione sostenibile dei grandi carnivori, finalmente su basi stabilite a priori e, quindi, difficilmente contestabili.
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