L’ Arci Caccia dell’Umbria da tempo ha presentato alcune proposte di modifica alla bozza di regolamento di caccia al cinghiale. "La nostra proposta prevede la caccia in braccata, in singolo e la girata" dice l'associazione in una nota, intervenendo nel clima di polemiche di questi giorni.
"Per quanto riguarda la girata - dice Arci Caccia - riteniamo utile istituire un registro dei gruppi presso ciascun Atc, con le modalità di iscrizione previste per le squadre. I gruppi potranno essere costituti da un minino di tre ad un massimo di sei cacciatori con possibilità di ospitare altri due cacciatori purché abilitati e nel rispetto del tetto massimo. Inoltre per i gruppi è previsto un contributo economico stabilito dall’Atc, come per l'iscrizione delle squadre, la scelta del comprensorio, le distanze di attività tra i diversi gruppi, l’utilizzo di un solo cane limiere e l’ampiezza massima delle zona (tabellata), nella quale svolgere la girata che è prevista nei giorni stabiliti dal calendario venatorio per la caccia in braccata. Inoltre la proposta prevede delle norme di sicurezza (giacche alta visibilità, tabelle e distintivi, utilizzo radio), l'iscrizione esclusiva ad un solo gruppo e lo svolgimento della girata solo nel territorio a caccia programmata non settorializzato e non assegnato alle squadre (25% della zona vocata non settorializzata)".
"Per quanto riguarda la caccia in braccata, abbiamo definito il criterio di assegnazione dei settori, dettagliando i punteggi. Tale sistema ha la forza di assegnare con merito e premialità i settori alle squadre che partecipano alla gestione e allo stesso tempo garantisce anche rispetto della tradizione e delle dimensioni della squadra. Abbiamo richiesto - continua Arci - la possibilità che gli Atc possano avere un margine di flessibilità rispetto alla perentorietà del numero minino di partecipanti (venti) delle squadre che esercitano la caccia in braccata".
La proposta interviene anche sulla caccia al cinghiale in forma individuale, effettuata solo all’aspetto, con canna rigata munita di ottica di puntamento e arco esclusivamente nel territorio a caccia programmata non settorializzato. Misure particolare sono previste per l’utilizzo dell’arco. Per la forma singola da appostamento, cosi come proposta, per Arci Caccia appare eccessivamente limitante la previsione del calendario venatorio che prevede l’esclusività nella giornata venatoria per la caccia al cinghiale, essendo caccia d'appostamento sia con arco che con arma a canna rigata essendo essa una “caccia crepuscolare”. Arci caccia prevede anche che la caccia al cinghiale in ogni forma prevista (braccata, singolo d'appostamento) debba essere esercitata nei stessi giorni previsti dal calendario venatorio.
“Abbiamo presentato una proposta che guarda al futuro e alla gestione della specie, cercando di dare a tutti il diritto di esercitare la caccia al cinghiale nelle forma che ognuno di noi riterrà più appropriata, dichiara Emanuele Bennati, presidente regionale dell’Arci Caccia dell’Umbria. La proposta fornisce uno strumento di gestione del territorio, individuando per ciascuna zona sia essa vocata o non vocata un soggetto che potrà esercitare un controllo sulla specie andando incontro anche alle esigenze degli agricoltori che continuano a denunciare danni alle colture agricole . Inoltre il rischio che la gestione del cinghiale diventi esclusività delle squadre le espone al rischio di dover sostenere anche l'indennizzo dei danni, come prevede il regolamento attuale.”