Con
149 voti a favore e 228 contrari, la Camera respinge il tentativo del Movimento 5 Stelle, supportato da Sel e Forza Italia, più alcuni rappresentanti del Gruppo Misto e Scelta Civica,
di abolire la caccia in appostamento con l'uso dei richiami vivi. La discussione in aula è iniziata questa mattina alle 9.30 e si è protratta per oltre un'ora, con i vari interventi del Movimento 5 Stelle, deciso a convincere i colleghi a sfruttare l'occasione della Legge Comunitaria per intervenire a gamba tesa sulla caccia.
Gli emendamenti, identici, hanno ricevuto parere negativo del Governo e del relatore. A spiegarne il motivo è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi. L'articolo predisposto dal Governo, ha ricordato, chiude la procedura di infrazione comunitaria aperta dalla Commissione Ue, dando all'ispra il potere di dare pareri decisivi sulle catture. "La Commissione europea - ha aggiunto - non ha mai chiesto di vietare la pratica in modo assoluto e non si può affrontare l'abolizione dei richiami in questa sede".
Roger De Menech, Pd, ha precisato: "con questo articolo creiamo un recinto che consente di controllare l'attività di cattura. Il riferimento all'articolo 19 bis permette un controllo stringente dell'Ispra e permette di applicare in modo moderno una pratica tradizionale come è la cattura degli uccelli, in un'ottica di modernità rispettosa del benessere animale. In questo modo si introducono una serie di paletti che mettono nelle condizioni di contingentare l'attività".
Contrari alle proposte emendative anche gli interventi della Lega Nord e di Fratelli d'Italia.
Gianluca Pini (Lega Nord) ha ricordato che l'articolo del Governo è stato frutto di una posizione di accordo tra il mondo ambientalista e quello venatorio (punto poi contestato dai rappresentanti 5 Stelle, che hanno invece fatto sapere di aver ricevuto email contrarie da tutti i movimenti ambientalisti e animalisti). Ha poi invitato ad evitare un "atteggiamento talebano" quando si parla di caccia e fatto presente che la mossa governativa regolamenterà la cattura l'inanellamento nel massimo rispetto del benessere animale. Per la Lega è intervenuto anche
Stefano Borghesi, che ha messo l'accento sul ruolo economico della caccia d'appostamento, che crea indotto e occupazione in diverse zone del paese. Borghesi ha fatto presente che anche in Francia e Olanda applicano la deroga per la cattura e che le reti italiane sono fatte con particolari accorgimenti che rispondono al principio di selettività e permettono il rispetto del limite delle piccole quantità prelevabili.
Edmondo Cirielli, di Fratelli d'Italia ha sottolineato che l'articolo 15 uniforma la legislazione italiana a quella europea ed ha ricordato che in Italia ci sono norme che limitano il diritto della caccia assai di più di ciò che avviene in Europa. "L'equilibrio tra le varie esigenze deve sempre guidarci" ha detto
, ricordando il ruolo della caccia nella tutela ambientale. Per questo, ha aggiunto "ci schieriamo dalla parte del diritto dei cacciatori".
Tra i promotori degli emendamenti anche l'ex Ministro all'Agricoltura, Mario Catania, che ha specificato: "il mio non è un voto contro la caccia. La pratica dei richiami vivi non è più in sintonia con il sentire comune. E noi dobbiamo far evolvere le pratiche e i costumi in sintonia con il sentire del nostro tempo, questa attività è inutilmente crudele e come tale deve essere superata". Vi risparmiamo gli interventi del Movimento 5 Stelle, che potete benissimo immaginare.
Di seguito il testo approvato dalla Camera nella Legge Comunitaria 2013:
Art. 15.
(Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Caso EU Pilot 1611/10/ENVI Procedura di infrazione n. 2014/2006).
1. All'articolo 4, comma 3, secondo periodo, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, dopo le parole: «dalle regioni» sono inserite le seguenti: «, nel rispetto delle condizioni e delle modalità previste all'articolo 19-bis,».